Osannato l’anno scorso, poi criticato. Biglia troppo spento: i motivi della crisi

Milan-Craiova, poco più di un anno fa. San Siro gremito per l’esordio in Europa League della squadra allenata da Vincenzo Montella, che affronta gli avversari rumeni allenati dall’ex Palermo Devis Mangia. I tifosi, euforici dopo una campagna acquisti stellare da più di 200 milioni, accolgono con un’ovazione l’ingresso in campo di Leonardo Bonucci e Lucas Biglia, non disponibili per la gara ma considerati due punti forza per portare risultati al Club, in quegli anni troppo negativi.

Oggi, 25 settembre 2018, è cambiato tutto: l’ex capitano rossonero se ne è tornato alla Juve dopo aver accusato una forte mancanza per Torino e i suoi ex compagni durante l’estate, Biglia stenta ancora a decollare in mezzo al centrocampo di Gattuso. Trentadue anni compiuti a gennaio, dovrebbe essere l’uomo in più, ma fin qui ha giocato non al massimo delle sue possibilità, bravo solo a recuperare palloni e a toccare la palla agli esterni di centrocampo (Kessié e Bonaventura) o ai terzini (Calabria e Rodriguez).

Biglia sconsolato durante una partita dello scorso campionato

Del regista che abbiamo apprezzato con la Lazio mancano tanto le verticalizzazioni improvvise e i lanci in profondità. Un calo inspiegabile in rossonero, con quel numero sulle spalle che pesa molto. “Ho preso la 21 perché il mio idolo è Andrea Pirlo“, aveva detto in conferenza stampa durante la presentazione. Ebbene, il centrocampista bresciano non crediamo sia rimasto così impressionato finora dal suo estimatore. E la cosa preoccupante, inoltre, è che se lo si toglie dal campo non c’è un un nome all’altezza che possa prendere il suo posto. José Mauri, schierato titolare contro il Dudelange, ha deluso: ha dato sì inizio all’azione del gol-vittoria di Higuain, ma non qualità alla manovra. Gattuso lo sa meglio di tutti dopo Napoli: grave è stato l’errore di togliere Biglia per mettere Bakayoko, bravo nei recuperi e nelle ripartenze veloci ma non uomo per smistare palloni. Dal momentaneo 2-1 per i rossoneri, il caro ex Carletto Ancelotti ha potuto tirare un sospiro di sollievo per la rimonta partenopea: con il secondo gol personale di Zielinski e la rete decisiva di Mertens a pochi minuti dal 90′.

Manca dunque filtro quando non c’è il numero 21, come mancano anche i gol dell’argentino da fuori, fatti vedere più di una volta all’Olimpico. La sensazione è che bisognasse comprare una riserva adatta prima che il mercato chiudesse, per far conservare al meglio condizione e qualità. Certo, in meno di un mese fare mercato era difficile per Leonardo e Maldini, ma cosa succederebbe in caso di un eventuale infortunio dell’ex Lazio, apparso già stanco contro l’Atalanta domenica scorsa? La speranza è che cresca di rendimento a cominciare già dalla prossima partita di giovedì, che appare come il primo, fondamentale, crocevia della stagione: o si vince contro l’Empoli al Castellani, o Gattuso sarà ancor di più sulla graticola e i sogni di una qualificazione in Champions ancor più lontani.

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