Per tutti i lettori di SpazioNetwork siamo riusciti ad intervistare in esclusiva, Fernando Granata, esperto osservatore del calcio giovanile, se nonchè collaboratore dell’agente Fifa Umberto Calaiò. Gli abbiamo fatto alcune domande per scoprire qualcosa in più sul mondo del “calcio primavera”. Passiamo all’intervista:
Perchè il campionato Primavera, dove crescono campioni del domani, viene bistrattato dai riflettori puntati su “Viareggio”? Solo il campionato può dare continuità ad un calciatore ed esprimere i suoi valori. Perchè il campionato primavera è quasi un appendice della “coppa carnevale”?
Chi deve giudicare un calciatore lo fa principalmente nell’arco di tutto il campionato (ed anche durante qualche allenamento). Il “Viareggio” è un torneo prestigioso anche se devo dire che il livello si è abbassato (e anche di tanto) rispetto alle altre edizioni. Sicuramente “il torneo di Viareggio” da maggiore visibilità ai ragazzi perchè molti addetti ai lavori si riversano in Toscana per osservare da vicino i campioncini del futuro (anche stranieri). Molte società puntano molto su questo torneo, infatti la maggior parte di queste “chiama” dei prestiti di calciatori più esperti (classe ’90 e ’91) da altre società .
Dal punto di vista mediatico dovremo attendere ancora molto per una totale copertura video di tutte le partite?
Secondo me si dovrebbe dare più importanza a questo campionato come copertura in Tv ma già Sportitalia sta facendo tanto, visto che ogni sabato fa vedere, in diretta, due partite del campionato Primavera.
Quest’anno chi vedi tra le favorite? Ci sono state squadre rivelazioni?
Le favorite, si può dire, sono le “solite” cioè l’Inter, che recentemente ha vinto il Torneo di Viareggio, la Fiorentina, il Genoa e la Roma. La squadra rilevazione, se così la si può chiamare, è stato il Varese, primo in classifica nel girone B, anche se vanta dei giocatori di primissimo livello (su tutti Scialpi, Pompilio e il bomber De Luca) e quindi non si può trattare di “sorpresa”. Li ho visti giocare dal vivo al Viareggio e devo dire che mi hanno fatto un’ottima impressione.
Ci fai qualche nome di giovani promesse che vedremo sui campi di Serie A l’anno prossimo?
In A non è semplice. Vedi El Shaarawy, talento italo-egiziano che il Genoa ha mandato a “farsi le ossa” in B al Padova) ma se devo fare tre nomi dico: Dell’Agnello (Inter) capocannoniere del Torneo di Viareggio e già convocato da Leonardo in prima squadra; Richmond Boakye (Genoa), attaccante ghanese classe ’93 che, peraltro, lo scorso anno ha già segnato un gol in Serie A e Gianluca Caprari, esterno offensivo classe 1993 della Roma che Montella ha già fatto esordire in Champions League nella sfortunata trasferta di Donetsk.
Altri giocatori che potrebbero fare bene nei prossimi anni sono Kirilov del Chievoverona, Shekiladze dell’Empoli, Ciciretti della Roma e Romanò dell’Inter.
Dato che nel Campionato primavera si gioca in campi di “periferia”, con un scarso seguito di pubblico, ci sapresti quanto “l’effetto stadio” può condizionare o meno il rendimento di un “primavera” nel mondo del calcio professionistico?
Non so, sinceramente, l’”effetto stadio” quanto possa condizionare il cammino di un ragazzo che gioca in una “primavera”. Devo dire, però, che negli ultimi anni il pubblico è spesso presente alle partite di questo campionato. Ad esempio a Palermo, dopo la vittoria dello scudetto con mr. Pergolizzi nel 2008-09, di media c’è un buon seguito di pubblico. L’apice lo si raggiunge sempre nei derby dove il pubblico affiora nelle tribune (vedi Palermo – Catania; Juventus – Torino; Sampdoria – Genoa; ecc..)
Secondo il tuo punto di vista, il giocatori devono completare il loro percorso di maturazione nella “categoria primavera” oppure è preferibile fargli fare le ossa in prima squadra nei campionati inferiori?
Proprio pochi giorni Demetrio Albertini, vice-presidente della FIGC, ha parlato di questo. Sono d’accordo con lui, secondo me bisognerebbe abbassare l’età media del campionato Primavera. In questa stagione vedo squadre che giocano con dei ’91 (ragazzi di 20 anni) in campo e questa non è una cosa buona. Per me questi ragazzi dovrebbero andare in tutti in prestito (in B o C, dipende dal giocatore) o, comunque, essere aggregati alla prima squadra. Penso a Giuseppe De Luca (classe 1991), bomber del Varese primavera che però ha già esordito (e pure bene) in B siglando peraltro una rete decisiva per il pareggio a Trieste.
Secondo te il bravo “osservatore” cosa non deve farsi sfuggire, il talento o la personalità? La tecnica o la fisicità?
Secondo me la prima cosa che conta è la “qualità”. La prima caratteristica che vedo in un giocatore è proprio la tecnica, in secondo si notano le altre componenti.
Quali sono gli elementi che ti fanno dedurre la crescita di un calciatore?
L’elemento principale è la “testa”. La crescita di un calciatore la si vede appena rinuncia a tutte le altre passioni per dedicarsi completamente del calcio. Le due caratteristiche principali sono: la serietà, rimanere sempre con i piedi per terra e avere “fame”. Per “fame” intendo quando un calciatore se ne va per ultimo dal campo di allenamento per migliorarsi giorno dopo giorno.
Ci faresti un punto sulla situazione in campionato di Napoli, Milan e Juve primavera?
Da tutte e tre, sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più. Hanno fatto un cammino altalenante anche se sembra che il Milan e la Juve diano segni di ripresa. Il Napoli era partito molto bene ma nelle ultime sei partite ha racimolato solamente 2 punti (in casa con Palermo e Roma). Questa involuzione la si potrebbe spiegare dopo le squalifiche che hanno coinvolto alcuni calciatori del Napoli (tra cui capitan Sepe) e mister Miggiano al Torneo di Viareggio dopo l’incresciosa rissa nel finale della partita con lo Spezia.
Il Milan e la Juventus, invece, stanno risalendo la china avendo dalla loro parte dei giocatori importanti e, soprattutto, esperti per questo campionato. Nel Milan i vari Albertazzi, Calvano, Beretta, De Sciglio, Fossati e Verdi che sono tutti giocatori nel giro delle nazionali minori. Non da meno è la Juventus che può vantare in difesa del gelese Camilleri (scuola Reggina, con una breve esperienza in Inghilterra nel Chelsea), a centrocampo della tecnica di Giandonato e Belcastro ed in attacco il tandem Libertazzi – Giannetti (entrambi con esperienze in prima squadra con mister Del Neri). Sicuramente le ultime due sono squadre da temere negli eventuali “play-off scudetto”.
Alessandro D’Auria