Con l’arrivo del fondo Elliott è stato ridisegnato l’assetto societario del Milan: Fassone e Mirabelli hanno lasciato, a Yonghong Li è subentrato Paolo Scaroni nominato presidente del club. La gestione tecnica è stata affidata a Leonardo e Paolo Maldini, affascinato dal progetto americano. Con la chiusura del mercato estivo, resta da completare l’organigramma che vede l’assenza di un amministratore delegato. Al momento, la carica è ricoperta dallo stesso Scaroni in attesa che il fondo Elliott individui l’identikit che serve al club.
Gazidis il prescelto, ma l’operazione resta complessa
L’obiettivo è trovare un profilo di livello internazionale, che sappia rivalutare commercialmente il marchio Milan e consolidare i bilanci. Senza dimenticare i rapporti con l’UEFA, con cui il Milan proverà a (ri)formulare la richiesta di voluntary agreement. Ivan Gazidis è in cima alla lista ma, come riportato dall’edizione odierna del Corriere della Sera, l’ottimismo sembra essersi attenuato. L’Arsenal gli impone un periodo di gardening leave (sosta forzata) prima del passaggio ad un altro club, il dirigente sudafricano ha avanzato richieste particolarmente onerose: 4 milioni di ingaggio con l’aggiunta nel contratto di clausole economicamente rilevanti.
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