La linea di Fassone è sempre la stessa. Al Milan, dice lui, funziona tutto come dovrebbe funzionare. Peccato soltanto che tutti gli altri non la pensino così. Mai. Ma lui, del resto, fa il suo lavoro.
I 32 milioni, in effetti, al Milan sono arrivati. Ma ai tifosi non interessa sapere se sono arrivati, questo già lo sapevano, bensì chi, come e quando li rimborserà a Elliot. E, pensate, se interessa al Milan quanto può interessare all’Uefa. Ecco, parecchio: quanto basta per giustificare l’esclusione del Diavolo dalla prossima Europa League. Che, ormai è piuttosto evidente, neanche il Tas potrà evitare: non basta il blasone per scampare una sentenza meritatissima.
Ad ogni modo, conferma Fassone, il mercato si farà. Lui non lo esplicita, ma è chiaro che sarà clamorosamente influenzato dalla decisione della Uefa. “Mirabelli e Gattuso mi hanno consegnato una lista di giocatori, ci stiamo lavorando”. Non sarà un bottino di milioni, come l’anno scorso per intenderci. E ad ammetterlo è lui stesso: “Io devo stare attento a vedere che il Milan abbia tutto il denaro che serva per pagare gli stipendi e fare un briciolo di mercato”. Un briciolo, esatto: scordiamoci troppi colpi grossi, è questo il senso.
Ciò che più risalta delle parole odierne di Fassone è però altro: “Ho cercato come club di dare la maggior quantità di informazioni. Se non ne diamo è perché non riguardano il Milan. C’è una proprietà libera di negoziare e ha il diritto di non informarmi”. Il che non è proprio indifferente. Perché, si, la proprietà non ha il dovere di informare il proprio amministratore delegato delle questioni che la riguardano. Ma l’amministratore delegato, in realtà, ne avrebbe tutto il diritto. E, anzi, sarebbe la cosa più corretta e normale. Ma, ormai lo sappiamo, a questa società è rimasto ben poco di normale.