Un Milan americano. Da qualsiasi parte si guardi, il club rossonero sembra pronto al passaggio di mano. Ieri, infatti, il fondo Usa Elliott si è sostituito a Yonghong Li e ha prestato gli ultimi 32 milioni dell’aumento di capitale, cifra che doveva essere versata entro la giornata di ieri da Mr Li. Ora quest’ultimo avrà dieci giorni lavorativi per rimborsare i soldi a Elliott. In caso contrario, il fondo della famiglia Singer potrà escutere il pegno davanti al Tribunale del Lussemburgo e il Milan potrebbe diventare di sua proprietà, per essere poi probabilmente rivenduto più avanti nel tempo.
La situazione è quindi complessa. Cosa sta facendo Yonghong Li, azionista del club, per non perdere la squadra e riuscire almeno a recuperare parte dei 400-500 milioni iniettati nell’ultimo anno? Se dovesse infatti uscire di scena così, con un pugno di mosche, verrebbe ricordato per essere il presidente che ha perso più soldi in minor tempo nel calcio. Yonghong Li sta cercando un socio: nelle sue intenzioni dovrebbe essere un socio di minoranza. Ma è difficile, quasi impossibile, trovare un azionista pronto ad affiancarsi a Mr Li in minoranza. Così il tavolo delle trattative si sarebbe spostato dalla minoranza al progressivo controllo: quindi partendo da minoranza, il potenziale socio arriverebbe a maggioranza.
Ovviamente, è tutto maledettamente difficile. La governance dell’azienda è il punto principale delle trattative, assieme alla valutazione. Chi compra vuole comandare, non mettere dei soldi per comandare fra un anno. Inoltre, il possibile acquirente vuole comprare a un prezzo non troppo alto. Invece, Mr Li valuta il club (compresi i debiti) più della cifra di un anno fa, quando il Milan è stato comprato da Fininvest: cioè circa 750 milioni. Cosa succederà dunque? Le trattative, proprio per queste problematiche, sono appese a un filo. C’è anche un fattore tempo. L’accordo deve essere raggiunto in una decina di giorni, in caso contrario Elliott escuterà il pegno. Allora si profila un altro scenario: i compratori americani potrebbero aspettare che il Milan finisca ad Elliott per poi intavolare altre trattative. In ogni caso, dunque, un Milan americano.
Secondo le indiscrezioni, raccolte dal Sole 24 Ore, il fulcro delle trattative è in questo momento a New York, dove si sarebbero radunati consulenti, avvocati, Yonghong Li, David Han Li e diversi altri. Il summit è con l’investitore appoggiato dalla banca d’affari Goldman Sachs, Mister X, di cui parleremo dopo. Su di lui si sa poco, il nome è infatti top secret. Si sa però che è il più avanti nelle trattative perché ha iniziato prima degli altri la due diligence. Se c’è dunque una possibilità di trovare un investitore, Mister X è l’unico che ha chance di arrivare a un risultato, prima che prenda il sopravvento Elliott.
Più dietro nelle trattative, infatti, ci sono altri potenziali investitori. Almeno due: uno appoggiato da Merrill Lynch, più defilato. Un altro, invece, che è venuto allo scoperto. Si tratta della famiglia Ricketts, assieme al capofila Thomas, proprietario dei Chicago Cubs, che ieri, tramite un comunicato, ha manifestato la volontà di diventare azionista (di controllo) del Milan. La mossa di Ricketts è stata studiata a tavolino. Dieci giorni fa, ha avviato un beauty contest tra agenzie di comunicazione. Da lì, poi, sono usciti i rumors sul suo interesse. Ma tanto c’era la volontà di uscire allo scoperto. Perché Ricketts, che è assistito da Morgan Stanley e dagli avvocati di Legance, si è dunque manifestato? Sta cercando di recuperare il terreno rispetto a Mister X.
Ma chi è Mister X? Le tracce potrebbero portare almeno a 4 uomini d’affari americani. Uno è il miliardario Rocco Commisso, proprietario dei Cosmos dallo scorso anno (la squadra dove un tempo militava Giorgio Chinaglia, che ne era stato anche proprietario) e con un patrimonio di circa 4,3 miliardi di dollari. Di origini italiane, trasferitosi negli Usa a dodici anni, Commisso è fondatore di Mediacom, l’ottava azienda fornitrice di tv via cavo del Paese.
Ma, secondo altri rumors, un altro candidato ad essere Mister X sarebbe Tilman Joseph Fertitta, milionario proprietario della catena di ristoranti Landrys, la maggiore negli Usa, oltre che del club di basket Houston Rockets. Infine altri due nomi per provare a capire l’identità di Mister X. Quello di Joshua Harris, milionario attivo nel private equity come co-fondatore del fondo Apollo Global Management, con un patrimonio di oltre 4 miliardi di euro e già attivo nello sport: è infatti proprietario dei Philadelphia 76ers e nel calcio con il 18% del Crystal Palace. Tuttavia proprio Harris aveva già visionato il dossier del Milan lo scorso anno, ma non aveva proseguito, lasciandolo a Mister Li. Infine, altro candidato, con le caratteristiche, è la famiglia newyorkese Dolan, che possiede una quota del Madison Square Garden, oltre che la proprietà dei club del New York Knicks e del New York Rangers.
Fonte: www.ilsole24ore.com.