Una finale tutta di Rino

E’ tutta di Rino questa Finale. Rendere sportivamente dignitosa questa stagione era un’impresa nella quale non credeva più nessuno dopo le illusioni estive e le cocenti delusoni autunnali. Non ci credeva la squadra, l’anno scorso modesta ma unita e, dopo l’estate sempre modesta, ma con uno spogliatoio spaccato. Non ci credeva la società che aveva dato grande fiducia a Montella (3 anni di contratto a 3,5 milioni annui) e invece ha usato il “braccino” con Gattuso (6 mesi di contratto a meno di un milione). Non ci credevano i tifosi che avevano ricominciato a contestare. L’unico a credere che si potesse risollevare sul campo questa stagione è stato lui, Rino. E pian piano ha infuso questa convinzione nella squadra.

Ovviamente ripartendo dallo “zoccolo duro” delle ultime stagioni, quelli che anche nelle estreme difficoltà non si sono mai tirati indietro (Bonaventura, Suso e company). Poi, sempre pian piano ha inserito i “nuovi” nel meccanismo e ce l’ha fatta con una buona parte di loro. Con alcuni (leggasi Andrè Silva) purtroppo ha dovuto arrendersi anche Rino. Ma con la sua proverbiale determinazione ce l’ha fatta. Ha ricostruito uno spirito di squadra. Anzi uno spirito da Milan. Perchè Rino, a differenza dei dirigenti, sa di che cosa si tratta. Proprio la vittoria nel derby di Coppa Italia è stata la svolta, lì la squadra ha capito che poteva davvero risollevarsi. La doppia vittoria di Roma è stata il giusto premio per un primo grande risultato ottenuto da Mister Gattuso, cioè dare un senso a questa stagione. Almeno dal punto di vista sportivo. Magari non arriveranno altri risultati, magari perderemo la Coppa Italia e usciremo dall’Europa League, ma il miracolo di Gattuso è già stato compiuto. E nessuno potrà disconoscerlo.

Il successo della semifinale è stato lo specchio del lavoro di Rino e anche dei limiti insuperabili che ha questa squadra. Compattezza, solidità e voglia di soffrire le ha messe in mostra difendendo in 11 a tutto campo e mantenendo a lungo la porta inviolata. Proprio come Rino questa squadra non ha paura di niente e di nessuno e appena riconquista la palla si butta rapidissima in contropiede a cercare di fare gol. Purtroppo però spesso non ci riesce a causa della pochezza dei suoi attaccanti. E non si può sperare che il giovanissimo e fortissimo Cutrone faccia gol tutte le partite. Proprio Cutrone è un jolly che i dirigenti hanno pescato senza nemmeno rendersene conto. Loro avevano speso 70 milioni per due attaccanti che, dati alla mano, valgono meno addirittura di Bacca, venduto per 18. E si sono ritrovati in casa un bomberino cresciuto nel settore giovanile, che peraltro Mirabelli stava per prestare. Stesso discorso vale per Calabria, anche qui 40 milioni spesi per due terzini (uno sfortunatissimo Conti, l’altro modesto Rodriguez) e poi il migliore del Milan gattusiano risulta il giovane della Primavera. Non parliamo poi di Donnarumma. Vi ricordate quest’estate quando in piena bagarre per il rinnovo contrattuale la società fece sapere che non era indispensabile e che se non avesse rinnovato avrebbe potuto anche stare in tribuna? Vi ricordate quando si disse che al posto di Gigio avremmo potuto prendere Neto? Vi ricordate quando i tifosi gli lanciavano i dollari, mettevano gli striscioni e la società lo faceva passare come un traditore? Ecco, il traditore “Dollarumma” è quello che con le sue parate ci ha regalato la finale del 9 maggio. Cosiccome un anno fa ci aveva consegnato la Supercoppa di Doha, sempre contro la Juve. A proposito di Juve, come scrivevo già un anno fa, alla fine di questa stagione il nostro portierone purtroppo andrà a Torino per sostituire Buffon. Era tutto già deciso e stabilito al momento del rinnovo. Purtroppo era inevitabile. Ma che almeno non lo facciano passare come un tradimento, visto che la cessione di Gigio alla Juve servirà per tappare una parte di quella voragine chiamata “bilancio”. Esattamente come accadde ai tempi passati per i vari Kakà, Ibra e Thiago.

Al suo posto potrebbe arrivare Reina a parametro zero. Non male come portiere, ma nulla a che vedere con Gigione. A proposito, nel prepartita di Lazio-Milan ho sentito Mirabelli dichiarare: “Stiamo seguendo tanti parametri zero”. Ma come? Forse ho sentito male. Ma è possibile che il club che sperpera 250 milioni poi segua i parametri zero? Ma sbaglio o il predecessore di Mirabelli veniva accusato di prendere solo i famigerati “parametri zero”? Va beh, forse ho sentito male, del resto ho seguito la partita ed esultato dal divano di casa, causa influenza. Poi mi sveglio al mattino e leggo sul sito ufficiale: “Il Milan ha dimostrato di non essere inferiore alla Lazio”. Cosa? Ma chi scrive i comunicati ufficiali sul sito sa quanto è costata la rosa della Lazio e quanto è costata quella del Milan? Sa qual è la differenza del monte ingaggi dei due club? Sa con quali obiettivi ha iniziato la stagione la Lazio e con quali il Milan? Altro che “non essere inferiore”, il Milan dovrebbe essere “superiore” alla Lazio dall’inizio della stagione.

Per fortuna che abbiamo un allenatore “milanista” che non ragiona come i dirigenti ed è riuscito a fare un miracolo ridando interesse a questo campionato. Se dovesse anche vincere il derby domenica, potremmo davvero sognare una rincorsa alla Champions League. L’obiettivo minimo, non dimentichiamolo, di inizio stagione. Perchè a noi, come a Rino piacciono più le cose di campo che le “cose formali”. Forza Rino.

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