E’ nato in una settimana un po’ turbolenta, Davide Calabria, venuto al mondo il 6 dicembre 1996. Due giorni prima il Milan era stato schiaffeggiato dal Rosenborg, che lo eliminava brutalmente dalla Champions League e certificava la fine di un ciclo. Tabarez era stato esonerato domenica 1 a Piacenza, dove aveva segnato Luiso addirittura in rovesciata. Eppure, la buona stella ha sempre accompagnato l’attuale numero due del Milan: entrato su un campo di calcio a 6 anni e nelle giovanili del Milan a 11, ha esordito a 18 con Inzaghi in una inutile partita di fine campionato a Bergamo.
Poi la superficialità e i contentini hanno lasciato posto alle speranze tramutatesi in certezze: l’infortunio di Conti ha aperto il dilemma della sua sostituzione a destra e Davide se l’è cavata: prima come esterno nei cinque, poi qualche volta messo anche a sinistra nei quattro di difesa, ora pare aver trovato la sua collocazione più consona. Il Milan ha finalmente accantonato i famosi vecchietti a parametro zero per puntare sulla linea verde: il costo è sempre nullo, ma i risultati in prospettiva sono incoraggianti. All’orizzonte una difesa tutta italiana, Conti-Bonucci-Romagnoli-Calabria?
Anche contro la Sampdoria, il terzino rossonero ha sfoderato una prestazione fatta di sacrificio e umiltà, andando anche vicino alla rete nel secondo tempo. Chi scrive era proprio dietro quella porta, e resta impressa la grande disperazione per l’occasione mancata: quelle pacche rabbiose al terreno di gioco testimoniano quanto il ragazzino tenesse a sdoganare la sua continuità di prestazione con una rete che sarebbe stata ampiamente meritata. Quella fascia lasciata in eredita da predecessori quali Tassotti e Cafu, scotta, ma il nostro sta interpretando a suo modo e senza paura il compito assegnatogli. Per il bene del Milan, ci si augura che il tutto non sia un fuoco di paglia, ma una base solida da cui ripartire.