Che si parli di campo, che si parli di bordo campo, Ibra fa sempre discutere. Quello che è successo ieri ha però dell’inverosimile. Prendi un Consiglio Comunale, in una città come Bologna, distante 250 km dalla Milano di Zlatan, aggiungici la foga di una partita, un aggettivo usato come insulto un po’ incautamente postato sui social network e il danno è fatto.
Protagonisti della strana vicenda il deputato bolognese Raffaele Persiano (Pd) e il consigliere comunale Lorenzo Tomassini (Pdl). Persiano, tramite facebook, dopo la sfuriata di Ibra contro la giornalista di Sky Vera Spadini, si lascia andare a un inelegante commento, apostrofando lo svedese con il termine “zingaro”, commento al quale Tomassini risponde per le rime. La giustifica di Persiano? “Semplice sfottò da bar“.
Pace fatta, anzi no! Tomassini pensa bene di portare la “spinosa” questione niente meno che nel Consiglio Comunale dell’indomani (ieri, ndr) chiedendo di svolgere in aula un intervento di censura sulle male parole usate da Persiano nei confronti di Ibra. Incassato il “no” del presidente dell’assemblea, lo stesso ha richiesto una conferenza dei capigruppo che è durata più di quaranta minuti. A questo punto Tomassini ha presentato un ordine del giorno nel quale veniva richiesta la censura della frase di Persiano. Risultato? Intervento negato e declassato perché di poca importanza. Sempre colpa di Ibra.