Gli emiliani sono un popolo fiero e tenace, di lavoratori colmi di temperamento. Con pazienza hanno coltivato le terre, ricostruito laddove c’erano macerie e fanno dell’accoglienza e del buon cibo i loro fiori all’occhiello. Ce n’era uno, di Carpi, si chiamava Amleto, come la tragedia di Shakespeare, ma non era mica tanto tragico: sapeva fare il suo mestiere. Lui i campi non li calpestava ma ci giocava: Frignani faceva l’ala sinistra in un Milan imperiale, il primo vincente dopo un’epoca di buio che parve infinita. Era arrivato dell’Emilia nel 1951, che cambiamento immergersi dentro Milano per uno che aveva giocato nel Carpi e nella Reggiana.
Che Milan, signori. Nel dopoguerra, già di per sé colmo di entusiasmo e pieno per tutti di desiderio di vivere, quella squadra contribuiva a scacciare i vecchi pensieri di guerra una volta in più. Condotta in panchina da Lajos Czeizler, ungherese in un’epoca dove il calcio danubiano imperava, schierava in campo una artiglieria pesante, in questo caso per una guerra buona. Con l’arrivo del carpigiano, l’anno successivo, l’attacco milanista recita Nordhal, Gren, Burini, Renosto e Frignani. Dietro, un certo Nils, che era svedese e orchestrava il gioco a tal punto che quando sbagliò un passaggio per la prima volta, fu applaudito. Ecco il Milan post-scudetto, che anche quell’anno se la gioca e arriva secondo dietro la Juventus campione. Amleto segnerà sei gol in quel torneo.
Per cucirsi sulla maglia il primo scudetto, il nostro deve aspettare la stagione 1954-55: arriva un certo uruguagio che di cognome fa Schiaffino, un triestino del quartiere Servola che sarà patriarca di una generazione. Cambia anche la presidenza: via Trabattoni, dentro Rizzoli. Frignani segna altri sette gol, tra cui una doppietta nell‘8-0 esterno sul campo del Genoa, una delle vittoria più larghe della storia rossonera. Nel frattempo, in Francia, su iniziativa del quotidiano “L’Equipe”, arriva una nuova manifestazione che racchiude tutte le migliori d’Europa in un torneo a eliminazione diretta. E’ la Coppa dei Campioni, dove il Milan esordisce la stagione successiva, il 1 novembre 1955, contro i tedeschi del Saarbrucken. La partita va a gli ospiti, un pirotecnico 4-3, ma il primo gol in Europa lo segna Amleto al quindicesimo, pareggiando lo svantaggio iniziale, e al ritorno i rossoneri si qualificheranno vincendo 4-1. Segnerà anche al Rapid Wien nel turno successivo, vittoria addirittura per 7-2, prima che il Real elimini i rossoneri e viaggi verso il primo successo di cinque consecutivi. Lascia il Milan al termine di quella stagione, dopo aver collezionato anche quattordici presenze e sei reti con la Nazionale, partecipando e segnando ai Mondiali di Svizzera ’54. E’ scomparso nel 1997.