A campionato fermo e con un un mercato di gennaio piuttosto calmo, è più facile che escano notizie fuori campo d’impatto. Puntuale e quotata a poco, ecco che l’ennesima bordata sulla nuova proprietà rossonera.
L’inchiesta c’è, l’inchiesta non c’è, l’inchiesta forse ci sarà. È stato un po’ questo il flipper dei giorni scorsi. Attenzionati i flussi con cui si è concretizzata la vendita del Milan la scorsa primavera e anche la sua quotazione complessiva.
Per il tema legato al movimento di capitali e concessione di prestiti occorre masticare la materia finanziaria, al contrario può risultare sufficiente un approccio basico per capire che 740 milioni di euro per acquistare un club con un brand come il Milan, nel mondo calcistico di oggi, non siano poi così fuori dal
mondo. 740 milioni peraltro, comprensivi di 220 milioni di debiti, della struttura e dei terreni del Centro Sportivo Milanello.
Perché non considerarli troppi? Perché Forbes nel 2014 aveva stimato il valore attorno ai 750 milioni, ma anche se non sopratutto, se diamo un’occhiata alle transazioni di mercato europee dei calciatori più in generale. Neymar 222 milioni. Mbappé 180. Coutinho 160. Dembélé 145. Van Dijk 85. Ad esclusione del brasiliano del PSG, gli altri al di là della giovanissima età di alcuni, hanno una manciata di presenza in Champions League e un palmares che vede al massimo un campionato nazionale e o una Supercoppa. Questi sì sono prezzi piuttosto gonfiati.
Riflessioni. Nulla di più. Da domani la palla torna a rotolare. Meglio così.
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