In questo inizio movimentato e dinamico, Montella dopo mesi di tentativi e di cambiamenti sia di moduli che di interpreti sembra aver trovato la soluzione più adeguata a questa rosa e il cartello ‘Cercasi identità’ appeso a Milanello è finalmente scomparso.
Nelle ultime uscite, al netto di infortuni e squalificati, il Milan si è schierato con il 3-4-2-1. Due vittorie con Chievo e Sassuolo, la sconfitta con la Juventus e il pareggio in Europa League con l’AEK Atene. L’altalena dei risultati è rimasta ma è la compattezza e la minor concessione di palle gol agli avversari che ha fatto propendere l’Aereoplanino a proseguire su questa strada. Una scelta saggia, in un momento di difficoltà e con la panchina traballante la scelta è apparsa saggia e condivisibile. Anche perché una delle maggiori critiche verso il mister riguardava proprio i continui cambi e la mancanza di un idea tattica e tecnica sono stati. Ma le conferme del modulo sono andate di pari passo anche negli uomini.
Se a centrocampo Montolivo ha preso il posto di Biglia per il fastidio muscolare dell’argentino, il resto della formazione è rimasto lo stesso quasi integralmente. I dubbi ci sono sempre stati sulla fascia destra. Dietro l’intoccabile Suso infatti a centrocampo sono stati alternati Borini, Calabria e Abate, e in difesa hanno giocato sia Musacchio che Zapata. Una mancanza di titolarissimi che da un lato potrebbe minare i meccanismi di squadra e di gioco ma dall’altro stimola molti ragazzi a non sedersi tra gli allori. Ma la strada intrapresa deve essere portata avanti con convinzione e costanza, anche nella trasferta più difficile.