Il Milan in queste ore si gioca il suo futuro. Domai a Nyon l’amministratore delegato rossonero Marco Fassone si ripresenterà alla UEFA con la speranza di ottenere il ‘voluntary agreement‘. Il ‘voluntary’ era stato già negato è stato negato a giugno da parte della UEFA che, in modo amichevole, aveva rivelato ai dirigenti rossoneri di ripresentarsi a novembre con un business plan più solido e concreto. Anche la UEFA attende con speranza e curiosità, perché la squadra più vincente d’Europa, dopo il Real Madrid, fuori dalle coppe è un problema serio. Come sottolinea l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, rispetto a giugno la situazione non sembra essere migliorata. Ci sono stati pesanti investimenti in sede di mercato, sono stati innalzati gli stipendi e, l’obiettivo Champions League, sembra essere realisticamente molto lontano. Ecco perché il Milan dovrà presentare un piano solido, dovrà dimostrare l’avviamento di attività e di contratti stipulati nel mercato cinese e prospettive concrete di fatturato. Poi l’azionista Yonghong Li avrà il compito di mostrare garanzie finanziare per coprire i costi correnti del club. Ma cosa si intende, esattamente, per ‘voluntary agreement’? Il voluntary concede alle società grandi vantaggi. Nel primo periodo è possibile coprire il deficit (oltre i 30 milioni consentiti dalla UEFA) immettendo altra liquidità con l’effetto che i conti della stagione corrente, con tutta probabilità negativi, non sarebbero presi in considerazione. Quello che conta sarebbe il triennio 2018-2021, con il quale si conclude il periodo ‘voluntary’, nel quale il Milan deve dimostrare di poter aumentare i ricavi per rispettare i parametri del fair play finanziario.