La situazione attuale del Milan non può assolutamente passare inosservata. Dopo la faraonica campagna acquisti, i rossoneri erano partiti con l’obiettivo Champions League, ma l’inizio di campionato ha mostrato un’involuzione paradossale del Milan di Montella. La passata stagione il ‘Diavolo’ dopo nove giornate era terzo con 19 punti in classifica. Quest’anno, dopo lo stesso numero di partite, è decimo con sei punti in meno (13). Come evidenzia l’edizione odierna del Corriere dello Sport, ora sarebbe troppo semplice e riduttivo accusare unicamente Vincenzo Montella anche perché, giusto un anno fa, era ritenuto una sorta di mago per aver riportato quel Milan in Europa e alla vittoria in Supercoppa contro la Juventus. Le colpe devono essere necessariamente distribuiti. Il primo dubbio è che quella montagna di milioni non sia stata investita nel migliori nei modi. Infatti, nonostante fosse indicata come una delle principali necessità, manca ancora un bomber di assoluto affidamento. Sono stati spesi 65 milioni per Kalinic e André Silva, ma l’attaccante più efficace continua a essere Cutrone, quello che il Milan si è costruito in casa. Si sono fatte troppe scommesse che non hanno portato i risultati sperati. E sarebbe interessante chi ha fatto queste scelte. Perché solo in parte il mercato ha seguito le indicazioni di Montella, che di suo ha certamente voluto Kalinic, ma per A. Silva e Calhanoglu ha pesato il giudizio di Mirabelli. La sensazione più diffusa è che il Milan sia stato sopravvalutato. Ora, senza Champions, per i rossoneri sarebbe una stagione fallimentare e, come ribadito da Fassone, la società sarà costretta a cedere due top player, con Suso e Donnarumma in cima alla lista.