Come sottolinea l’edizione odierna di Tuttosport, è appeso a un filo, Vincenzo Montella. Pre-esonerato dalle dichiarazioni di Massimiliano Mirabelli nei minuti precedenti la partita di Europa League contro l’Aek, il suo Milan non ha poi fatto praticamente nulla, in campo, per far cambiare idea al belligerante ds. Non è una situazione per nulla facile quella creatasi tra i due: perché salvare Montella, indirettamente, significherebbe bocciare il ricco e dispendiosissimo mercato, anche se in realtà il tecnico ha avallato, per non dire spesso addirittura suggerito, buona parte degli acquisti. Ma è ovvio che a questo punto, in assenza di risultati, uno dalla torre dovrà per forza essere gettato giù. E quindi si possono ben capire le tensioni attuali. Fassone ha fatto soprattutto da mediatore, tuttavia è evidente che, mancando pure il gioco, non si potrà andare avanti a lungo.
PANCHINA A RISCHIO
A parte Marassi, dove davvero il Milan aveva toccato il fondo, quella contro l’Aek è stata forse la peggiore prestazione stagionale, specie in relazione alla modestia degli avversari. Squadra senza idee,anche se i giocatori erano stati finalmente messi nel loro ruolo: due punte, Suso e Bonaventura interni, Locatelli regista. Ma evidentemente è l’anima che manca: a parte un gol annullato giustamente a Cutrone dopo 7’, i rossoneri hanno prodotto il vuoto pneumatico fino a 120 secondi dalla fine del primo tempo, quando si sono improvvisamente accesi, creando almeno tre palle gol. Tutto qui, però. Ancora una volta la ripresa è andata leggermente meglio, come nel derby, ma se Anestis, portiere dell’Aek, è diventato il migliore in campo, brividi sono passati anche sulla schiena dei milanisti, con Donnarumma impegnato due volte e graziato una. Tanto che i tifosi
hanno manifestato il disappunto, alla fine. All’Aek, invece, anche il pareggio andava più che bene: perché adesso, grazie a questo punticino, tra due settimane potrà ospitare il Milan ad Atene con la possibilità del clamoroso sorpasso, in caso di vittoria.
TENSIONI INTERNE
Mirabelli aveva scelto forse il tempo sbagliato per le sue elucubrazioni su Montella. Certo, la partita contro l’Aek, si presentava priva di particolari insidie, ma pronunciare frasi del tipo “Il tempo è un orologio per tutti, non solo per Montella”, o ancora “Essere esonerati è il rischio del nostro lavoro”, non deve aver predisposto tecnico e squadra a giocare rilassati. La tensione è apparsa evidente, anche se queste premesse non devono e non possono essere usate come alibi. Siamo di fronte a un tecnico che non riesce a dare un’impronta al Milan, pur rivoluzionato da undici innesti, e a una società che da settimane si interroga sulla bontà del manico. Chissà: forse solo la mancanza di una valida alternativa per il momento ha escluso drastiche decisioni…