L’ora X sta per scoccare. Solo pochi giorni ci separano, ormai, dalle 20:45 del 15 ottobre e la tensione sui volti e nelle parole dei protagonisti dell’incontro inizia a salire inesorabilmente. Inter-Milan, il derby verità, quello che svelerà ai calciofili italiani quale delle due milanesi avrà il predominio sulla città per un intero girone e, soprattutto, quale delle due società, in estate, ha lavorato meglio per centrare quell’obiettivo comune che di nome fa Champions League.
Milan e Inter, casciavit e bauscia, rossoneri e nerazzurri: due squadre che, nella loro profonda diversità di storia e cultura, non sono, poi, così dissimili. Oltre all’appartenenza geografica, da qualche anno ormai, condividono, infatti, dolori, insuccessi, sofferenze e stravolgimenti. Entrambe sono state protagoniste di una svolta epocale per la loro storia e per l’intero calcio italiano. Sono, infatti, passate da una gestione familiare da parte di presidenti-tifosi, che hanno sempre anteposto l’amore per il proprio club all’interesse economico, a quella di multimilionari cinesi, che, nonostante lo scetticismo generale, sono riusciti a riportare i campioni in quella che, per lungo tempo, è stata la capitale del calcio.
Partita in sordina durante l’estate, l’Inter gode, ora, del favore dei pronostici. Accompagnati dalla buone sorte, i nerazzurri si trovano, infatti, a sole due lunghezze dalla vetta, avendo conquistato ben 6 vittorie e 1 pareggio, nei primi sette incontri stagionali. Grazie a un mercato minimal ma molto oculato, condotto dal duo Sabatini – Ausilio, i reparti più deboli della rosa sono stati rafforzati, senza, tuttavia, stravolgere l’ossatura dello scorso anno. A un attacco prolifico (14 le reti siglate), si affianca, ora, il vero fiore all’occhiello della squadra: ossia, la difesa. La retroguardia nerazzurra, lontana parente di quel reparto, sempre incerto e traballante, della gestione De Boer – Pioli, ha, infatti, incassato solo 3 goal, divenendo così la meno battuta del campionato. Il club di mister Zhang ha, infine, incentrato il suo progetto sportivo intorno a Luciano Spalletti, allenatore navigato (anche se non propriamente un vincente), che sa trarre il meglio dai suoi uomini, ottenendo risultati sempre eccellenti, attraverso il bel gioco.
Il Milan, dal canto suo, si presenta al derby in condizioni diametralmente opposte. Confermato Montella, artefice dell’insperata qualificazione europea dello scorso anno, la squadra rossonera è stata totalmente rifondata. 15 cessioni e 11 acquisti sono il segno di un mercato ambizioso, condotto in pochi mesi tra squilli di tromba e botti che in Casa Milan non si vedevano dall’inizio del decennio. La partenza, tra campionato e coppa, ha rispettato le attese: solo vittorie e tutte suggellate da piogge di goal. Poi, di colpo, il risveglio. Le due figuracce con Lazio e Sampdoria, i primi scricchiolii europei contro un modesto Rijeka e la sconfitta, pur immeritata, in casa contro la Roma. Il tutto condito dalla vicenda, ancora irrisolta, relativa al licenziamento del preparatore atletico Marra, nonché dalla raffica di critiche rivolte a due emblemi di questa squadra: Montella, messo pubblicamente sulla graticola da tifosi e società, e Bonucci, cui, da qualche tempo, non è più perdonata neanche mezza sbavatura. Pochi i goal fatti, sinora, dai rossoneri (solo 10, di cui 6 su palla inattiva) e tanti (forse troppi) quelli subiti, per poter ambire a un posto nell’Europa che conta. Il Milan, probabilmente, sta pagando lo scotto dei radicali cambiamenti di questa estate e Montella, a causa dei continui impegni di campionato e coppa, non è ancora riuscito a creare l’amalgama necessaria per dar vita a una vera squadra. La confusione, al momento, regna sovrana in quel di Milanello e l’aeroplanino, un po’ a tentoni, cerca di trovare la quadra, cambiando moduli e uomini. I calciatori, di conseguenza, paiono piuttosto frastornati e, giocando spesso fuori ruolo, non riescono mai a rendere al meglio.
Ciò posto, il calcio insegna che il derby fa storia a sé, e, anzi, spesso e volentieri è proprio la squadra più in difficoltà a riuscire a spuntarla nello scontro con i cugini. Il match clou, insomma, si avvicina tra statistiche, pronostici e scaramanzie, ma la gran parte dei protagonisti di domenica sono, ancora, in giro per il mondo, impegnati con le proprie nazionali, e, almeno, per ora, possono limitarsi a lanciare la sfida attraverso social e TV.