Il turno infrasettimanale ci ha lasciato in eredità tre importanti punti per la classifica e una prima timida sensazione di compattezza di squadra. Contro la Spal certo, ma è un segnale che attendavamo da molto tempo.
Al di là del modulo, al di là del risultato, resta l’atteggiamento, quella sicumera che abbiamo invidiato in questi anni alle squadre che ci hanno facilmente preceduto in classifica. Ritmi compassati e una fase offensiva che non ha rubato l’occhio, ma la bontà della prestazione nel suo complesso deve andare necessariamente oltre questi aspetti estetici. I due che hanno fatto la differenza son stati indubbiamente Frank Kessié e Lucas Biglia. Il primo con la sua fisicità è in grado di spaccare le partite; difende palla, si butta nello spazio o in alternativa la porta cost to cost con strappi da rugbista. Il secondo è letteralmente salito in cattedra mercoledì sera, con tecnica, sapienza e classe. Autentico faro per i compagni, da maestro ha coordinato i movimenti di tutti in entrambe le fasi. Per sintesi di gioco e tempi ci ha ricordato a tratti Redondo.
Quanto ci sono mancati i piedi buoni. Quanto abbiamo atteso un regista basso. Quanto abbiamo aspettato un leader in grado di comandare con garbo. E pensare che in estate, molti non ne avevano percepito l’importanza.
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