Pena ridotta per Luciano Moggi e suo figlio Alessandro al processo d’appello sul caso Gea. La sentenza della Prima Sezione Penale della Corte d’Appello di Roma ha condannato l’ex dg della Juventus a un anno di reclusione (in primo grado erano 18 mesi) e suo figlio Alessandro a cinque mesi (erano 14 in primo grado). In entrambi i casi non è stata accolta la richiesta del procuratore generale Cozzella, che aveva invocato il riconoscimento del reato di associazione per delinquere. Confermata l’assoluzione per Zavaglia, Ceravolo e Davide Lippi.
MOTIVAZIONI – La sentenza d’appello ha confermato che i Moggi hanno esercitato in passato pressioni su alcuni calciatori per convincerli ad affidarsi alla Gea. Per l’ex dg bianconero l’imputazione fa riferimento alle modalità con cui Manuele Blasi, a quei tempi in orbita Juventus, ha deciso di abbandonare la procura di Stefano Antonelli per passare alla Gea. Stesso discorso ma con protagonisti diversi (l’uzbeko Zetulayev e il russo Boudianski) per Alessandro Moggi.
Le riduzioni di pena sancite in appello sono state determinate dal sopraggiungere della prescrizione in relazione al caso Amoruso, attaccante ora in forza all’Atalanta.
RISARCIMENTI – Luciano Moggi è stato condannato, poi, a pagare circa 10mila euro di spese processuali ed a risarcire economicamente Stefano Antonelli e la Figc. Anche Alessandro Moggi dovrà riconoscere 2mila euro alla Federazione.
«E’ andata bene ma poteva andare meglio», ha commentato Matteo Melandri, il legale di Lucianone. «Speravamo nell’assoluzione – ha continuato l’avvocato – e restiamo convinti che così finirà in Cassazione». Sia Melandri sia Rotella, difensore di Alessandro Moggi, si sono detti soddisfatti perché «è crollata la tesi accusatoria principale: quella dell’associazione a delinquere». A onor di cronaca va ricordato che tutte le pene comminate ai due Moggi sono coperte da indulto.