E’ tempo di cambiare: domenica prossima, in occasione del big match Lazio-Milan, Vincenzo Montella potrebbe far esordire in campionato il tanto annunciato 3-5-2, che in Europa League contro lo Shkendija però non ha entusiasmato. E allora perché rivoluzionare così il modulo? Il 3-5-2, si sa, non è mai stato un sistema di gioco da Milan. Ma è indubbio che le caratteristiche di molti dei nuovi acquisti rossoneri si sposano di più con questo schieramento. A cominciare da Bonucci che, sarà per il modulo, sarà per il cambiamento drastico dopo sei anni di Juventus, in questo momento pare il nuovo arrivo meno in forma della rosa milanista: oltre alle varie amnesie manifestate nel preliminare di Europa League e in occasione della gara di campionato contro il Cagliari infatti, anche in Nazionale il numero 19 si è reso protagonista di alcune sviste difensive, una in particolare è costata il vantaggio spagnolo. Il 3-5-2, a lui più famigliare, potrebbe dunque sgravarlo da particolari compiti difensivi e permettergli di dedicarsi anche alla fase di costruzione come faceva a Torino.
Per non parlare degli esterni. Sia Conti che Rodriguez, ieri protagonista assoluto con la sua Svizzera, sono due laterali molto offensivi i quali più che terzini possono essere classificati come vere e proprie ali. Un’eventuale difesa composta da tre uomini consentirebbe loro di dedicarsi meno alla fase di copertura e di spingere di più sulle fasce in modo da servire sistematicamente le punte con palloni dal fondo; cosa che, tra l’altro, non succede al Diavolo dai tempi di Cafù e Serginho. Il centro del campo invece rimarrebbe invariato, con gli stessi tre giocatori in zona mediana che prevedeva il “vecchio” 4-3-3: Biglia, Kessié e Bonaventura i tre papabili titolari, con l’ultimo eventualmente capace di sostituire l’ex Wolfsburg nel ruolo di ala come faceva ai tempi di Bergamo. E a questo punto il 3-5-2 potrebbe risolverebbe anche il “trialismo” che riguarda le punte: con questo modulo Montella avrebbe l’opportunità di schierare ben due dei tre nuovi attaccanti, e non più uno solo.
Ciò sta a significare meno panchina per gli stessi, in particolare per i due giovanotti che hanno la necessità di masticare campo per crescere e incrementare esperienza. Di fianco a quello che di fatti pare essere stato acquistato per fare il titolare, ovvero Nikola Kalinic, si potranno dunque alternare Cutrone, il Re Mida del momento, e il già discusso André Silva che, nonostante lo scetticismo di molti, in Nazionale si sta ritagliando uno spazio importante e al momento si trova al quarto posto della classifica marcatori di tutti i gironi di qualificazione per il Mondiale del 2018. Tutto a posto? No. L’unico piccolo problema che riguarda il nuovo modulo si identifica in Suso. Lo spagnolo, uno dei migliori uomini della stagione scorsa e man of the match dell’ultima gara di campionato, con questa soluzione tattica verrebbe completamente escluso dalla formazione. Il numero 8 rossonero infatti, nonostante ami partire dall’esterno per poi accentrarsi, non può certo trasformarsi in un’ala a tutti gli effetti e quindi occupare la casella di quinto di centrocampo, così come difficilmente può inventarsi seconda punta e girare intorno a Kalinic o a Cutrone. L’unica alternativa per permettere a Suso di esprimersi potrebbe essere un inedito 3-4-1-2, o in alterntiva un 3-4-2-1, con appunto l’ex Liverpool da solo o affiancato dall’altro interrogativo Calhanoglu ad agire alle spalle delle due punte.