Una settimana in un villaggio Club Med. Una discesa libera nella Coppa del Mondo di sci dallo schermo di una tv. La finale dell’Ironman alle Hawaii. Un rigore di Icardi. Una serata con il naso all’ìnsù per vedere le acrobazie del Cirque du Soleil. O una serata passata al cinema a mangiare popcorn in una sala Uci o Odeon per scoprire l’ultimo blockbuster hollywoodiano di cui parlano tutti. Che cos’hanno in comune tutte queste attività di varia umanità? Il padrone. Che parla cinese, anzi mandarino. In questi anni sono aumentate a dismisura le operazioni di acquisto delle holding cinesi, quelle più note, o talvolta sconosciute, partecipate in qualche modo dalla stato o da qualche funzionario o private. Nei soli ultimi due anni le aziende cinesi hanno speso oltre 170 miliardi di dollari in acquisizioni oltreoceano. In Europa e Stati Uniti gli asset più appetiti. L’elenco è lunghissimo e articolato e per forza di cose non completo.
Nel solo calcio europeo che conta gli investitori cinesi controllano o hanno partecipazioni in una ventina di club. In Inghilterra, sono controllate o partecipate da cinesi Aston Villa, Birmingham City, Manchester City, West Bromwich Albion, Wolverhampton, Southampton. In Italia parlano cinese Milan (99,9%) e Inter (68,5%). In Olanda il Den Haag, In Spagna Granada (98%), Atletico Madrid (20%) e Espanyol (45%). In Francia Auxerre, Lione, Nizza e Sochaux. Sempre nel mondo sportivo Dalian Wanda controlla attraverso la società svizzera Infront i diritti tv per la Lega Calcio, quelli della Coppa del mondo di Sci, lo sponsoring di Milan e Lazio, le gare di triathlon nei cinque continenti del circuito Ironman. Nell’entertainment, gli studios Legendary Pictures, le catene di cinema americane Amc Entertainment, Carmike Cinema, le catene di cinema europee Odeon, Uci Cinema e Nordic Cinema.
Hna Group ha fatto acquisti per 30 miliardi di dollari lo scorso anno, con partecipazioni che vanno dagli Hotel Hilton fino a Deutsche Bank. Anbang Insurance Group ha investito nella catena Strategic Hotels e nel Waldorf Astoria di New York. Il fondo cinese Fosun international ha acquisito, tra gli altri, marchi celebri del turismo come Club Med, e si è comprata la società che organizza gli spettacoli ormai perpetui e itineranti del Cirque du Soleil.
Paradigmatica in questa vicenda delle maglie più strette per gli acquisti esteri cinesi – un caso di scuola si potrebbe dire – la cessione del Milan della famiglia Berlusconi. Una telenovela durata oltre due anni, con diverse cordate cinesi che si sono susseguite per mesi,senza successo. Fino al closing lo scorso 13 aprile con l’ignoto finanziere cinese Mr Li.
Venerdì il Governo cinese ha varato nuove regole per gli investimenti all’estero. Ma con delle restrizioni o addirittura dei divieti per lo shopping in settori ritenuti non strategici o contrari all’interesse nazionale. L’obiettivo è quello di ridurre l’eccessivo indebitamento del sistema bancario e i rischi sistemici per l’intero sistema finanziario della seconda economia mondiale. Così sono, per la prima volta, soggetti a rigide limitazioni gli investimenti esteri nell’immobiliare, negli hotel, nell’industria dell’intrattenimento, nello sport e quelli legati a tecnologie obsolete o contrari alle normative ambientali. Nel mirino lo shopping selvaggio delle big company cinesi nel calcio, nel cinema, nel real estate e nel turismo.
fonte: ilsole24ore.com