Scoppiettante, frenetico. Il mercato del Milan, alla data del 30 giugno 2017, non può che esser definito così. Mancano, e ci mancherebbe pure, alcuni tasselli, anche importanti, ma la sensazione che la nuova dirigenza milanista stia operando al massimo delle potenzialità permane. Le parole, in sede di presentazione, di Marco Fassone d’altronde erano state molto chiare: l’obiettivo era consegnare a Montella una squadra completa almeno al 60% già dal primo giorno del ritiro estivo, per preparare al meglio il preliminare di Europa League di fine luglio. Oltre, naturalmente, che per trovare l’amalgama migliore di una squadra necessariamente rivoluzionata.
Tasselli
Musacchio, Kessié, Ricardo Rodríguez, André Silva, Borini e -sembra quasi fatta- Andrea Conti. Sei volti nuovi, cinque potenziali titolari ed uno, proprio l’ex Liverpool e Roma, a fungere da rincalzo di lusso. Proprio su quest’ultimo andrebbe fatto un appunto: l’arrivo di Fabio Borini è stato accolto con fin troppo scetticismo da alcuni tifosi. Non bisogna dimenticare però che quello di cui si parla è colui che, nel 2012, portò l’Italia U21 in finale agli Europei a suon di gol e prestazioni di spessore; colui la cui cessione non venne accolta in maniera troppo felice dai tifosi della Roma; colui che, infine, non sarà magari un campione, ma certamente rappresenterà una variante tecnico-tattica importante, data la duttilità, per Montella.
Sliding doors
Soffermandosi, poi, sul reparto offensivo, impossibile non notare la globalità del cambiamento in atto. Partito Deulofeu, in attesa di offerte Bacca e Lapadula, non più così sicuro di rimanere perfino lo stesso Suso. Un cambiamento radicale, con gli innesti di Borini e André Silva già ufficiali e diverse trattative aperte per consegnare ulteriori pedine al tecnico campano. Le piü vive, notoriamente, portano ad Hakan Calhanoglu, davvero vicinissimo al Milan, e Nikola Kalinic. Un nome, quello del 29enne della Fiorentina, presente sin da inizio mercato nell’agenda rossonera ma mai insediatosi in cima alle preferenze di Fassone e Mirabelli. E, di riflesso, neanche in quelle dei tifosi.
Sogni di mezza estate
Che, nemmeno tanto velatamente, hanno invocato il nome di colui che vorrebbero davvero con indosso la maglia numero 9. #BelottiMilan , nel mese scorso, è stato uno degli hashtag maggiormente inflazionati sui social, con la tifoseria rossonera a inneggiare al capitano del Torino. Una simil-petizione online, per “promuovere” un’ipotetica offerta da recapitare ad Urbano Cairo, ovvero il sostanziale ostacolo da superare per vedere il bomber ex Palermo a Milanello. Belotti, infatti, tifoso del Milan fin da bambino, sogna di vestire il rossonero e avrebbe dato priorità, in caso di cessione, a restare in Italia. A frenare questo flusso d’amore fra il club meneghino e Andrea ci sono però cento milioni di motivi: ovvero la cifra della clausola rescissoria, che tuttavia ricordiamo valga solo per l’estero.
Virata
Fassone e Mirabelli sostanzialmente, hanno provato ad intavolare un discorso con i granata, rimanendo però frenati dall’enorme richiesta pervenuta da Torino e preferendo puntare, almeno in un primo momento, su Andrè Silva. Il quale, tuttavia, non può bastare, per disparate motivazioni: un club che punta a ritornare grandissimo, qual è il Milan, non può assolutamente puntare tutte le sue fiches su un singolo giocatore in un reparto tanto delicato come quello offensivo. Pertanto, in via Aldo Rossi, dopo gli iniziali approcci con Morata, i tiepidi sondaggi per Belotti ed Aubameyang, si è andati dritti dritti sul Kalinic. Piedi buoni, senso del gol e propensione a giocare con la squadra ne farebbero l’attaccante ideale nelle idee di Vincenzo Montella. La pecca, in questo caso, è l’elevata richiesta viola, trenta milioni pagabili in un’unica soluzione senza contro partite, in relazione ad un’età non più verdissima.
Dubbi e soluzioni
Delineato lo scenario, l’interrogativo è ben chiaro. Il Milan, dovendo prendere un’altra punta centrale, si trova di fronte ad un bivio. Da una parte scegliere, pagandolo una cifra importante ma non esorbitante, un giocatore sì forte come Kalinic, ma poco futuribile, che potrebbe rendere al top approssimativamente altre due o tre stagioni. Dall’altra, invece, puntare su un profilo giovane e potenzialmente devastante come Andrea Belotti, arrivando a fare un grosso sacrificio economico per fargli vestire il rossonero. Ragionando bene, forse, puntare sul Gallo potrebbe essere la mossa, seppur azzardata, vincente: con il centravanti della Nazionale il Diavolo potrebbe davvero spiccare il volo nella prossima stagione. O meglio, potrebbe davvero alzare la cresta.