Abbiamo superato addii più grandi: il Milan sarà Milan anche senza Donnarumma

Federica Barbi è laureata in Lettere Moderne e Giornalista Pubblicista dal 2012. Collabora con SpazioMilan.it quasi dalla sua nascita, esattamente dall’aprile del 2012. Segue il Milan dalla lontana Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma quando può corre a rifugiarsi a San Siro, per seguire da vicino le vicende rossonere. Attualmente collabora anche con Vesuvio Live e Betclic. 

La scelta di Donnarumma è la sconfitta di tutti. Sua, del Milan, del calcio, di quel romanticismo nostalgico ormai deprezzato, svenduto come niente alla prima occasione. Ognuno di noi aveva trasferito in Gigio il desiderio di rivedere il Milan bruciare negli occhi di qualcuno, qualcuno che facesse la differenza, cresciuto a pane e rossonero proprio come ognuno di noi. Gigio era il candidato perfetto: giovane, forte, umile. Il suo unico difetto? Il procuratore. Sì, il procuratore, perché è lampante e ovvio che Raiola sia il principale artefice di questa confusione.

La settimana appena trascorsa è stata pesante per i tifosi del Milan, delusi nel profondo perché stavolta ci avevano creduto. Il fatto che Gigio non abbia le maggiori colpe è al momento una variabile messa in un angolo dai milanisti, assuefatti in passato dalle parole d’amore del portiere e ora bruscamente svegliati da una decisione che rinnega tutto.

Dispiace, e forse nessuno ha il diritto di parlare di questa vicenda a cuor leggero, senza sapere davvero cosa sia successo e senza ascoltare il giocatore. Ma è anche normale basarsi su quello che si vede, e in questi casi su quello che si prova, perché poi è inutile negarlo, il calcio è cuore per chi lo guarda sugli spalti o dietro ad uno schermo.

Perdendo Gigio (che sia quest’estate o il prossimo anno) perderemo un promettente portiere e una potenziale bandiera, ma dopo aver superato certi addii, questa prospettiva non mi fa molta paura.

Quando è andato via Sheva nel 2006 credevo che il calcio non avesse più senso e che al Milan sarebbe sempre mancato un pezzo. Subito dopo scoppiò Calciopoli, un’estate di passione indescrivibile. L’anno dopo, Atene, la gioia più bella per un milanista dei miei tempi, a dimostrazione che Sheva era grande, ma che il Milan poteva essere ugualmente forte e speciale anche senza di lui. Chi ha i poster di Kakà in camera potrà fare lo stesso discorso.

Gigio negli ultimi due anni ha salvato la nostra rosa da un anonimato di personalità e talento, nutrendo il bisogno della gente di aggrapparsi a qualcuno che rappresentasse i valori del Milan. Quello che è stato e quello che i tifosi hanno visto in lui probabilmente esiste davvero, ma il calcio sposa logiche spiacevoli che vanno accettate.

Anche senza Gigio, sarà sempre Milan, questo non dimentichiamolo mai.

Foto (profilo Instagram Kakà)

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