Il caso Donnarumma continua e ogni giorno si arricchisce di capitoli e domande. Domande pressoché senza risposte adeguate, nonostante le varie parti abbiano più volte avuto incontri con la stampa. Il Milan, disposto ad aumentare l’ingaggio del suo portiere e quindi desideroso di un accordo, aveva un’unica richiesta: l’ottimizzazione dei tempi. Fassone&Co. avevano pregato Raiola e il suo assistito di prendere una decisione quanto prima, per consegnare il 3 luglio a Montella una squadra senza contratti irrisolti.
Dall’altro lato, invece, stando a quanto dichiarato da Raiola, c’era un Donnarumma altrettanto felice di restare, ma non alle condizioni del Milan. E per condizioni non si intendono soldi, ma una vera e propria cornice ambientale fatta di pressioni, fretta e ostilità.
La versione del procuratore ovviamente non sta in piedi e lo si nota semplicemente analizzando logicamente le sue affermazioni, rilasciate tra ieri sera e stamattina.
Al Milan non c’è un ambiente ostile, tanto meno nei confronti del giocatore più promettente in rosa. Se poi ostilità significa offrirgli un rinnovo di 31 volte superiore all’ingaggio precedente, allora alziamo le mani.
Secondo Raiola si poteva aspettare novembre o dicembre per il nero su bianco, accusando quindi la società di una fretta cattiva “consigliera”. Ma ai più sembra giusto che Fassone e Mirabelli non volessero aspettare indefinitamente i comodi del giocatore e del suo agente.
Altro appiglio mal riuscito è il presunto striscione contro Gigio (“non si accettano ricatti”), ma quella frase era chiaramente rivolta a Raiola e non al 18enne numero uno del Milan.
Mobbing? Di quale mobbing parla Raiola? La società rossonera ha tentato fino alla fine di convincere Donnarumma a restare e a firmare, offrendo 50 milioni di euro lordi a un giocatore che – diciamocelo – è sì forte ma che deve ancora dimostrare tutto.
E’ probabile, quindi, che tutto questo polverone sia stato creato ad arte per cercare un capro espiatorio al mancato rinnovo, senza ledere l’immagine del giocatore giovane, umile e promettente quale è Gigio. Peccato, però, che il disegno di Raiola abbia più di una sbavatura, e che i tifosi del Milan non si fermino certo all’apparenza.