Gigio, andava tutto così bene. Cambiano i piani del Milan: tre temi

Andava tutto bene. Ma è arrivato Gigio (col solito Mino). E ha scombussolato tutto. Il giugno rossonero era stato pressoché perfetto: i colpi di mercato, la comunicazione impeccabile, l’euforia dei tifosi. Poi quel velo di incertezza nella settimana cruciale per il rinnovo. Infine la stoccata definitiva (e leggermente a sorpresa): la fine del matrimonio Donnarumma-Milan.

PERCICOLO “SCIPPO”

La rigorosità del calendario di Fassone e Mirabelli è stata chiaramente sovvertita dal nodo portiere. E quindi, inevitabile: cambio di programma. Appurato che Donnarumma, indipendentemente dalla permanenza o meno a Milanello, non governerà più i pali rossoneri, l’obiettivo del mercato è improvvisamente mutato: cercasi numeri uno, adesso. Già, “adesso”: perché i nomi forti, fino a qualche giorno fa, erano ben altri. Non che ora non sian caldi, ma prima erano letteralmente bollenti. Biglia e Conti fra tutti. Entrambi a meno di un passo dal Milan, entrambi bloccati al mittente da circostanze differenti. Pedine che probabilmente faranno parte dello scacchiere, ma si sa: le fasi di stallo giovano ben poco e il pericolo “scippo” è dietro l’angolo.

NODO PORTIERE

Il portiere, dunque. Plizzari è troppo acerbo, Gabriel in partenza, Storari non farà il primo. In casa non si hanno alternative valide. Donnarumma potrebbe rimanere, ma gli sarebbe garantito al massimo un seggiolino in tribuna (evidentemente). Allora fioccano i nomi: inglesi, italiani, spagnoli, tedeschi e brasiliani. Un pentolone di portieri dai tratti più differenti: l’esperto Hart, il vecchio Casillas, il giovane Leno, l’italiano Perin, l’incognita Neto. La caccia al numero uno è cosa complicata, più del previsto. Viste la reattività cui è chiamato il Milan e considerate le qualità dei nomi. Nessuno, in fondo, convince a pieno. Pochissimi, soprattuto, sono al momento vendibili. Ma siamo a giugno: c’è tempo.

CACCIA AL PILASTRO

La mancata permanenza di Donnarumma non è solo un problema tecnico. Lo ha ammesso lo stesso Fassone: Gigio sarebbe stato il pilastro del nuovo Milan. Ecco, forse il problema più complesso è proprio questo. Perché un uomo simbolo, adesso, Montella non lo ha. Montolivo e Abate, in effetti, non sono universalmente adorati. Locatelli non sarà titolare. Il nome giusto, allora, potrebbe essere Giacomo Bonaventura. Ma: attenzione. Anche qui c’è di mezzo Mino.

 

 

 

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