Che stagione quella stagione. Siamo nel 1999-2000, il Deportivo La Coruna vince la Liga, il Valencia di Gerard e il Barcellona di Rivaldo arrivano appaiati al secondo posto e il Real Madrid di Redondo arriva quinto. Tutte squadre molto vicine fra loro, racchiuse sotto il traguardo finale nel breve giro di 7 punti. I tre campioni appena citati sono solo apparentemente distanti ed estranei fra loro. L’estate del 2000 infatti li accomuna tutti nei tragitti spagnoli di mercato del Milan che prepara il preliminare di Champions League in vista della stagione successiva, 2000-2001.
COSA ACCADE NELL’ESTATE DEL 2000
Il primo giocatore su cui si concentra Adriano Galliani è il talentuoso centrocampista del Valencia allenato da Hector Cuper, ovvero Gerard Lopez. In quella squadra erano molto seguiti e sognati all’estero anche Mendieta e Farinos, oltre a Claudio “il Piojo” Lopez, ma era proprio Gerard il principale oggetto dei desideri del mercato internazionale. A quei livelli di prezzo, però, 48 miliardi di lire, il Milan non riuscì a battere la concorrenza del Barcellona che si aggiudicò il giocatore. Due settimane dopo rispetto al primo viaggio per Gerard, il Milan riesce a concludere un’altra trattativa a quota 35 miliardi di lire. Veste il rossonero Fernando Redondo, 31 anni, reduce dai fasti del dribbling di taconazo ai danni di Berg. Era un Manchester United-Real Madrid 2-3 all’Old Trafford a favore delle merengues, proprio grazie al gol decisivo di Raul su assist di Redondo successivo alla sua spettacolare giocata sulla fascia. Qualche giorno dopo, Adriano Galliani, lo ha confessato lo stesso dirigente rossonero nello scorso novembre su Milan TV, saltò una amichevole di agosto a San Siro fra Milan e Real Madrid, proprio per cercare anche il colpo Rivaldo. Ma il brasiliano non potè muoversi da Barcellona: sarebbe arrivato al Milan due anni dopo, ancora in tempo per disputare alcune gare in rossonero proprio con Redondo. Le fasi decisive della trattativa dell’estate 2000 per il Redondo nuovo colpo rossonero, furono condotte da Adriano Galliani e Ariedo Braida a margine del Lago Lemano, in Svizzera, nei pressi di Ginevra.
REDONDO E IL “TAPIS ROULANT” FATALE
Quante leggende metropolitane. Quanti soprannomi, fra cui l’argentino di cristallo. Secondo alcuni era già arrivato con qualche problema, secondo altri si trattò di una vera e propria, sfortunata, fatalità. Insomma, al primo allenamento dopo la firma del contratto con il Club rossonero, il buon Fernando si infortuna al ginocchio. Sembra su un tapis roulant della palestra di Milanello. Si valuta inizialmente che possa guarire con le dovute terapie, in forma assolutamente conservativa. E invece nell’ottobre 2000 viene operato. I sei mesi di assenza previsti inizialmente, dopo il primo intervento chirurgico, non bastano. Un anno dopo, rispetto a quell’agosto 2000, Redondo è ancora ai box e, da gran signore, si autosospende lo stipendio. Quando tutti lo danno ormai per finito, invece, Fernando ritorna e lo fa in grande stile, passando dalla Champions League vinta nel 2000 con il Real Madrid a quella del 2003 nella Finale di Manchester con il Milan.
2 FEBBRAIO 2003: REDONDO È DAVVERO TORNATO
Il 2 febbraio 2003, Redondo ha disputato la sua prima gara dal primo minuto in Campionato con la maglia del Milan. Era una domenica pomeriggio e furono i gol di Pirlo e Inzaghi a battere Ballotta e a dare la vittoria, 2-1 il risultato finale, al Milan sul Modena. Il 2 febbraio 2003 è stata una delle date del gran ritorno di Redondo. Il campione argentino aveva esordito in maglia rossonera in gare ufficiali due mesi prima, in Coppa Italia, in un Milan-Ancona 5-1 a San Siro. Ma il grande applauso per lui scattò da tutto lo stadio, che aveva preso a cuore le sue sorti, al suo ingresso in campo nei minuti finali, in sostituzione di Shevchenko, di un combattuto Milan-Roma 1-0 del 7 dicembre 2002. Anche alcuni recuperi di palla di Fernando aiutarono il Milan ad arrivare a fine partita con i tre punti in più in classifica. Redondo, dopo quel Milan-Modena 2-1 dal primo minuto, avrebbe poi giocato più volte anche in Champions League: dal primo minuto nel gelo di Mosca contro la Lokomotiv, al Bernabeu contro il “suo” Real Madrid e a San Siro contro il Borussia Dortmundnel marzo 2003. Ma anche a gara in corso, contro l’Ajax a San Siro e contro l’Inter nella semifinale di andata. L’addio di Redondo ai colori rossoneri e ai campi di gioco si consuma proprio a San Siro, fra gli applausi, al termine di un Milan-Brescia 4-2 del 16 maggio 2004, la gara della festa del 17′ scudetto rossonero, l’ultima recita anche di un certo Roberto Baggio.
fonte: acmilan.com