L’equilibrio sta nel mezzo

Fuochi d’artificio. Sono, sostanzialmente, l’estrema e poetica sintesi di quanto stia accadendo per quanto riguarda il mercato in entrata del Milan. Che ha, ufficialmente, messo nero su bianco gli arrivi di Mateo Pablo Musacchio e Franck Kessié e appare quanto mai vicino a Lucás Biglia e Ricardo Rodriguez del Wolfsburg. Senza, al momento, citare quell’Alvaro Morata tanto sognato da chiunque graviti dalle parti di Casa Milan, Montella compreso.

Mercato stellare

Quattro colpi, dunque, che stanno accendendo l’entusiasmo del popolo rossonero. Gli anni di magra, dalle parti della San Siro rossonera, sembrano essere andati in archivio. Chiaro: i due neo arrivati non sono campionissimi, ma giocatori di ottima prospettiva, anche a livello internazionale, pronti ad esplodere definitivamente. Con la maglia del Milan addosso. Tenendo fuori, come già ribadito, da questo ragionamento Morata: lo spagnolo, comunque ancora ben lontano da Milanello, sarebbe il top player assoluto di una squadra, in ogni caso, nuovamente competitiva.

Pragmatismo

Il dato assolutamente incredibile è prettamente temporale. Perché ciò che sta impressionando di questa nuova dirigenza é la tempestività con la quale conclude gli affari. Fassone e Mirabelli stanno interpretando con incredibile pragmatismo ogni trattativa  a cui decidono di partecipare. Poche attese, zero fronzoli: i due dirigenti in appena un mese, peraltro quello di Maggio- hanno già portato -in via ufficiale- due tasselli importanti della formazione del prossimo anno.

Mente e piede

Il prossimo arrivo, secondo le ultime notizie della mattinata, dovrebbe essere proprio Biglia. Cercato anche negli anni passati, per il capitano della Lazio sembra davvero esser giunta l’ora di vestire la casacca rossonera. Un acquisto fondamentale: l’argentino, nonostante una carta d’identità non troppo generosa, potrebbe essere una di quelle pedine in grado di far davvero compiere il salto di qualità ad una rosa spesso, negli ultimi anni, povera di fosforo.

Fase centrale

Dopo l’addio di Andrea Pirlo, nel 2011, una delle carenze principali del Milan è stata proprio la quasi totale incapacità di costruzione di gioco. Non è un caso che i -comunque pochissimi- raggi di luce visti dall’addio del Maestro, o anche di Clarence Seedorf, siano dovuti più che altro agli sprazzi di talento dei singoli, da Balotelli a Suso, passando per Deulofeu e pochi altri. Il bel gioco, tanto caro a Silvio Berlusconi, non si è, in realtà, mai ammirato. Anche e soprattutto per le enormi lacune -non ce ne vogliano i singoli- del reparto nevralgico di una squadra di calcio: il centrocampo.

Cambio della guardia

Il vento, adesso, sembra esser in procinto di cambiare. Gli arrivi di Kessié e Biglia, ancor prima di quelli di Musacchio e Rodriguez, e ipoteticamente dello stesso Morata, potrebbero finalmente colmare il vuoto nel cuore del Milan. O meglio, nella mente. Questa rosa ha un disperato bisogno di giocatori in grado sì di distruggere, ma anche e soprattutto di creare gioco. Uomini, in sostanza, in grado di prendere in mano le redini di una gara e di dettarne i tempi. Che, in particolar modo, diano equilibrio. Perché, si sa, l’equilibrio sta, prima di tutto, nel mezzo. E, a quanto pare, Fassone e Mirabelli l’hanno ben capito.

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