L’ultimo bilancio dell’era Silvio Berlusconi si chiude con una perdita d’esercizio di 71,9 milioni che sale a 74,9 milioni a livello consolidato e con la vittoria della Supercoppa italiana. Adesso toccherà alla nuova proprietà cinese, capitanata dall’imprenditore Yonghong Li rilanciare la società e capitalizzarla. Come avverrà durante l’assemblea del prossimo 18 giugno quando verranno lanciati due aumenti di capitali da 60 milioni ciascuno e sarà ratificata l’emissione di due prestiti obbligazionari rispettivamente da 73 e 50 milioni.
A livello consolidato, poi, il giro d’affari è salito a 236,1 milioni, in crescita rispetto al dato del 2015 (213,4 milioni), grazie anche alle plusvalenze (12,2 milioni) relative alla cessione di alcuni calciatori da parte del club rossonero. Al netto dei proventi derivanti dalla compravendita di giocatori, si legge nel bilancio della società, il valore della produzione ammonta a 222,9 milioni in aumento rispetto ai valori del precedente esercizio (212,1 milioni). A contribuire all’incremento del giro d’affari sono stati soprattutto i maggiori incassi dai match disputati a San Siro (+10,7 milioni). A fronte di ciò, invece, i costi complessivi ammontano a 294,3 milioni, con un mol tornato positivo per 800mila euro rispetto al dato negativo di 31,8 milioni del 2015 e un risultato operativo negativo per 58,2 milioni che si confronta con l’ebit dell’anno precedente di -83 milioni. Migliora di 14 milioni la perdita consolidata che scende da 89,1 a 74,9 milioni.
A livello patrimoniale, la posizione finanziaria netta è negativa per 178,4 milioni (a fronte di un saldo di -188,5 milioni dell’anno precedente), mentre il patrimonio netto è negativo per oltre 50 milioni. A garantire la stabilità e la solidità del club rossonero ha contributo per tutto il 2016 l’azionista Fininvest che ha iniettato capitali per 75 milioni. Ma la holding della famiglia Berlusconi prima di definire la cessione del Milan alla cordata cinese capitanata da Li, nel primo trimestre di quest’anno, ha garantito alla società di calcio altri 53,5 milioni, come si legge nella relazione di bilancio firmata dal nuovo amministratore delegato Marco Fassone.
Adesso ovviamente si attendono le prossime messe dei cinesi, e dell’alleato finanziario Elliott (in totale ha prestato oltre 300 milioni alla cordata asiatica), che faranno principalmente leva sulla revisione della rosa del club, sull’ampliamento del business del merchandising e su politiche di marketing orientate a rafforzare il brand del Milan in Oriente. Ma non va esclusa la possibilità di una quotazione, nell’arco di 18 mesi, su un listino asiatico, probabilmente Hong Kong. Questo perché la cordata capitanata da Yonghong Li deve far fronte al prestito concesso, alla sola holding di controllo di diritto lussemburghese, dal fondo Elliott che ha un tasso d’interessi pari all’11%
Fonte: di Andrea Montanari – milanofinanza.it