Si sta finalizzando tutta l’architettura finanziaria che ha portato il nuovo proprietario del Milan, Yonghong Li, a rilevare da Fininvest il club rossonero per la valutazione di 740 milioni di euro (compresi i debiti).
E uno dei passaggi fondamentali sarà l’emissione, da parte del club di via Aldo Rossi, di un bond da circa 123 milioni di euro: comprendenti i 73 milioni che sono stati rimborsati alle banche italiane (un pool composto da BancoBpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Cariparma e altri istituti) e un’altra cinquantina di milioni necessari per il calcio mercato. Il bond verrà quotato a Vienna e sarà interamente sottoscritto dal fondo Elliott, cioè il gruppo guidato dal finanziere Paul Singer che ha lanciato un salvagente all’uomo d’affari Yonghong Li grazie a un prestito da 303 milioni di euro senza il quale probabilmente la cessione del Milan non sarebbe andata in porto. Questi stessi soldi dovranno essere rimborsati ad Elliott entro i prossimi 18 mesi, scaduti i quali il fondo americano diventerà il nuovo proprietario del Milan tramite l’escussione del pegno sulle azioni del club rossonero e sul veicolo lussemburghese a monte, cioè il neo-costituito Rossoneri Champion.
Proprio in questi giorni, secondo i rumors, il team di Yonghong Li, costituito dal braccio destro David Li e dal nuovo amministratore delegato Marco Fassone, sarebbe al lavoro per definire la scaletta futura della strategia finanziaria e industriale.
In programma, a metà maggio, ci dovrà essere l’assemblea dei nuovi soci che dovrà deliberare l’aumento di capitale per ricapitalizzare le finanze milaniste: non sarebbe ancora stato definito l’ammontare dell’aumento di capitale, anche se è prevedibile una somma attorno ai 100 milioni di euro.
L’altro grande filone è appunto quello industriale strettamente correlato a quello finanziario. L’obiettivo è accelerare lo sviluppo del fatturato in Asia e arrivare a definire i tempi di un eventuale sbarco borsistico, entro i prossimi 18 mesi mesi al termine dei quali sarà necessario rimborsare il prestito di Elliott. Alcune banche d’affari asiatiche, fra le quali Citic, si sarebbero già fatte avanti per studiare le modalità di un’eventuale quotazione ad Hong Kong.
Ma Mr Li potrebbe anche sperare in uno scongelamento dei fondi che, nelle sue intenzioni, sarebbero dovuti arrivare per l’acquisto del Milan da una serie di soggetti: capitali poi bloccati dal veto del governo di Pechino agli investimenti in settori non considerati core per le aziende cinesi, come appunto l’entertainment o anche il real estate.
Fonte: (carlofesta.blog.ilsole24ore.com)