Nella scialba e probabilmente decisiva in negativo prova di Pescara, dove veramente in pochissimi hanno raggiunto la sufficienza, proviamo a guardare l’ennesima prova anonima di Ocampos.
L’argentino, arrivato a gennaio in prestito dal Marsiglia, doveva essere, insieme a Deulofeu, l’altra freccia nell’arco di Montella, capace di mettere le ali per la volta all’Europa League. Ma mentre il 7 spagnolo ha subito impressionato, diventando in pochissimo tempo il leader tecnico di questa squadra, l’ex Genoa no ha ancora brillato. Quella di Pescara è stata la terza gara da titolare di seguito per Ocampos ma a memoria si fa fatica a ricordarsi di una sua giocata decisiva, di un suo guizzo: in attacco non punge, non tira e come naturale conseguenza di questo non ha ancora trovato il gol.
Non si è ancora inserito nei meccanismi della squadra, all’Adriatico ha toccato il suo apice di anonimato e quando i risultati non arrivano chiaramente escono fuori tutti i suoi limiti. Montella non ha esitato un secondo quando c’è stata l’occasione di prenderlo a gennaio, seppur in prestito. Già quando sedeva sulla panchina della Viola aveva richiesto il giocatore, dopo la partenza di Cuadrado: ‘O lui o Salah‘, aveva detto. A testimonianza di una grande stima per il classe ’94. Ma il craque che ha incantato i tifosi del River Plate prima e del Monaco poi sembra essersi smarrito nella strada che l’ha portato a Milano. Le prestazioni per il momento non stanno giustificando un eventuale riscatto o una ricerca di una trattativa per trattenerlo e il prestito secco arriva incontro al Diavolo che, economicamente parlando, non ci perderebbe niente.
Due destini diversi per le giovani ali del Milan, tutti e due in prestito ma mentre cercare di trattenere Deu è diventata una priorità quasi primaria, un divorzio con questo Ocampos non lascerebbe rimpianti.