Sabato sera, a San Siro, il Milan di Vincenzo Montella affronterà il Chievo di Rolando Maran. I gialloblù sono una squadra ostica, unita e organizzata, hanno già totalizzato trentacinque punti, quota che permette loro di occupare l’undicesima posizione della classifica, e hanno dimostrato di saper dare del filo da torcere a qualsiasi avversario. Il tutto malgrado l’assenza di Perparim Hetemaj, squalificato per somma di cartellini gialli, possa farsi sentire.
Punti di forza: il rombo di centrocampo.
La compagine clivense, al fine di uscire da San Siro con i tre punti, cercherà di imbrigliare i rossoneri a centrocampo. In mediana, Maran può infatti contare su due interni, Castro e Izco, che fanno della corsa, della grinta, dell’intensità e degli inserimenti le loro armi migliori, e su un regista, Radovanovic, che sa mettere in circolo fisicità, abilità in fase di recupero palla e senso del gioco. Infine, sulla trequarti, i veneti dispongono di Valter Birsa, fantasista dotato di estro, qualità tecniche, intelligenza tattica, personalità e propensione alla conclusione dalla distanza.
Punti deboli: le corsie laterali.
Qualora i due interni di centrocampo del Chievo andassero in difficoltà e abbassassero il ritmo sul lungo andare, l’esperta retroguardia gialloblù potrebbe andare in difficoltà e palesare problemi relativi alla mobilità nello stretto. I più gravi problemi potrebbero però essere evidenziati dai difensori esterni, Cacciatore e Gobbi, che stanno disputando un campionato dal rendimento altalenante, faticano a svolgere al meglio le due fasi, spingono con poca continuità e, quando puntati, rischiano di essere superati con facilità e concedere spazi.
Giocatore chiave: Lucas Castro-Mariano Izco.
L’ago della bilancia, per l’economia dei clivensi, è rappresentato dai due interni di centrocampo, Lucas Castro e Mariano Izco. Se questi ultimi dovessero muoversi con intelligenza, alternando a dovere le due fasi, svolgendo a dovere la fase di non possesso e facendo filtro, il Chievo potrebbe risultare solido e compatto e concedere poche occasioni. In caso contrario, il solo Radovanovic potrebbe non riuscire a proteggere la difesa e a garantire stabilità a lungo termine.