Oltre ai problemi di natura economica (mancherebbero circa 150 milioni), i dubbi principali maturati da Fininvest in questi giorni riguardo il closing del Milan li ha suscitati l’architettura dell’operazione presentata dalla controparte cinese: a conti fatti, il gruppo si sarebbe ridotto ad un unico vero investitore, ovvero Yonghong Li, con tutte le altre entità passate invece al ruolo di meri finanziatori, forse per colpa delle mancate autorizzazioni dal governo di Pechino. Tali finanziatori avrebbero comunque la possibilità di entrare nell’azionariato in futuro, ma senza alcun obbligo. Insomma, un rischio troppo alto dal punto di vista finanziario, che in Via Paleocapa non hanno voluto correre. Lo riferisce questa mattina Il Corriere dello Sport.