Film già visto quello di Roma. Per la serie il derby non ha insegnato niente: stesso “motivetto” avversario con tanta legna in fase difensiva e una velocità davanti che manda in bambola tutta la linea dietro, Abbiati compreso. Stessi problemi, come la dipendenza da super prestazione di Ibra che, quando non si vince, spuntano fuori a mo’ di scheletri dagli armadi. Perché una giornata no capita anche a un fuoriclasse del calibro dello svedese ma non può giustificare l’ennesima sconfitta ad alta quota o la sterilità in zona gol senza lo zampino del gigante di Malmoe.
A questo però, va detto, bisogna aggiungere una lista degli infortunati che manderebbe k.o. chiunque. A Milanello, dopo il ritiro di Dubai, parlare di turn-over è utopia. Il centrocampo, reparto più falcidiato, annovera talmente pochi giocatori che è possibile contarli sulle dita di una mano (e non è un modo di dire). Manca Aquilani, l’unico in grado di dare qualità e fornire assist, manca persino Merkel, quello che avrebbe dovuto sostituirlo. Manca Boateng, il trequartista ideale per il gioco di Allegri. Mancano anche davanti. Quel pazzo, in senso buono, di Cassano, Pato, di certo non quello abulico degli ultimi periodi, ma il fenomeno che abbiamo ammirato lo scorso anno ad esempio contro il Napoli. Mancano dei campioni come Gattuso, out da mesi per il problema al nervo ottico, e Inzaghi, sempre più escluso e fuori, come da previsione, dalla lista Champions. Questi ultimi due non tanto in termini di prestazione ma in termini di grinta, voglia, determinazione.
Sono mancati e mancano anche gli acquisti giusti. Se l’anno scorso si era vinto il campionato non perdendo punti pesanti proprio di questi tempi, con l’infermeria piena, lo si deve proprio al mercato azzeccato fatto da Galliani & Co. Detto dello sfortunato tedesco, ecco Mesbah che, pur non essendo il giocatore mediocre visto ieri, non farà di certo fare il salto di qualità. Senza l’arrivo di Tevez, l’acquisto vero, ci perdonerà Maxi Lopez, potrebbe essere il giovane El Shaarawy, ieri il più vivace davanti, inspiegabilmente sostituito da un Allegri anch’esso privo di idee illuminanti. Aspettando che la lista degli indisponibili si riduca, limitare i danni, per riuscire a tenere il passo della Juve, è la parola d’ordine. Si incomincia, tempo permettendo, da domenica contro il Napoli, partita in cui, salvo miracoli, stessi centrocampisti, stessi attaccanti. E se arrivi a sperare che Muntari torni presto dalla Coppa d’Africa…