Se è vero che tutti cantano Sanremo, certamente non sarà da meno Adriano Galliani, da sempre appassionato di musica, preferibilmente italiana e d’autore. Ed in questi giorni di annunciata rivoluzione societaria, nella testa dell’amministratore delegato sarà rimbalzata una canzone del lontano 1989. Tra un addio agrodolce ed una nostalgia canaglia al glorioso Diavolo, Adriano starà certamente intonando “Cosa resterà” di Raf, ma non più “degli anni ’80”, bensì del suo lungo viaggio condiviso con Silvio Berlusconi, in un sogno chiamato Milan.
I trofei in bacheca, i colori sulla maglia ed il potente eco mediatico capace di scatenare il nome del club formato da 5 lettere, resterà questo. Poi cambierà tutto. Un’intera piramide di organigramma pronta ad essere rivoltata, dalla punta al basamento. Presidente, vice, amministratore delegato, direttore sportivo, direttore tecnico, soci, azionisti; le facce nuove in quel di Via Aldo Rossi si preannunciano essere parecchie. Nei giorni del CdA, il closing viene confermato, legando con un doppio filo il futuro professionale di Adriano Galliani. Nel giro di qualche settimana, il nativo di Monza dovrà sgomberare l’ufficio di Casa Milan, chiudendo in qualche scatolone più di 30 anni di successi, sconfitte, lacrime e gioie incontenibile. I messaggi che l’ad lascia qua e là sono inequivocabili. Parlando del mercato di gennaio, traspare un commiato camuffato dall’orgoglio del businessman navigato: “Ho vissuto 62 sessioni di mercato, l’ultima è stata quella che mi rende più orgoglioso. Uno dei mercati più difficili e meglio riusciti che, considerando anche gli ingaggi, è in attivo”.
Saluto travestito, un addio coperto dalle foglie dell’ultimo mercato. Sono segnali, indicazioni che portano alla parola fine del capitolo Milan. Ma le pagine a disposizione sono ancora abbastanza per regalare un’ultimo mattone futuro. Nella costruzione di un nuovo e ritrovato Diavolo, paradossalmente Adriano potrebbe deciderne la base, piazzando il colpo Donnarumma. Non un nuovo acquisto, bensì un rinnovo. Gigio compirà 18 anni il 25 febbraio, rientrando dunque nell’ultima settimana di gestione berlusconiana. Indubbiamente, trattenere il diamante più brillante creato in casa sarà l’obiettivo finale di una dirigenza capace di tutto, anche di trasformare un club vicino al fallimento alla squadra di calcio più rinomata del pianeta terra. Tramite i buoni rapporti con Mino Raiola ed indossando le vesti del mediatore tra le parti, Galliani cercherà la soluzione più adatta per fare tutti felici: un procuratore che desidera un guadagno maggiore, un’anima cinese poco incline a soddisfarlo ed un ragazzo che vorrebbe parare tutti i palloni che passano dalle sue parti, preferibilmente con i suoi amati colori addosso. Chiudendo la porta del proprio ufficio per l’ultima volta, Adriano Galliani vorrà lasciare in eredità un tesoro dal valore inestimabile, dopo aver riconquistato sul campo un trofeo che mancava dal 2012. Siamo a saluti Dottore, ma c’è ancora tempo per un ultimo colpo dei suoi.