Milan, ora è allarme rosso

Lunch match indigesto in casa Milan. Il pranzo della domenica, servito a San Siro con l’aitante Sampdoria di Giampaolo, ha avuto un conto decisamente salato: un’altra sconfitta in campionato, firmata dal dischetto da Muriel, e l’ennesima preoccupante battuta d’arresto di questo inizio 2017. Non una debacle totale sul piano del gioco, in equilibrio per tutti e 90′, ma una pesante Caporetto nel risultato e nel difficoltà psicologica del gruppo, poco “in partita” e incapace di reagire allo svantaggio ospite. Ora è allarme rosso: il ko con la Samp allunga a tre la serie di sconfitte consecutiva, consegnando un desolante ruolino di appena 5 punti nelle ultime sette gare e un Diavolo sempre più staccato dal sesto posto Europa League. Le 5 lunghezze dall’Atalanta, seppur con una gara da recuperare, cominciano a rappresentare un gap pericoloso.

La sconfitta di oggi non è stata inequivocabile e netta. Al contrario, il Milan ha tenuto bene il campo, rischiando poco e creando qualche nitida occasione da rete con conclusioni dalla distanza (soprattutto Bertolacci) e le occasionissime fallite da Deulofeu (palo) e Lapadula (parata di Viviano). La sorte non è stata particolarmente clemente neanche oggi  – un po’ di sfortuna e la piena emergenza infortuni si sono fatte sentire -, ma il match ha avuto un esito chiaro: la Samp non ha abbagliato per bellezza del gioco, ma è riuscita abilmente ad approfittare degli errori e delle leggerezze rossonere. Le imprecisioni sotto porta di Deulofeu e soprattutto di Lapadula sono errori dei giocatori, in particolare di bomber di razza come l’ex Pescara: a tu per tu col portiere, per di più sul piede “buono”, non può permettersi di fallire. Ma soprattutto, il Diavolo è stato condannato dalla follia sportiva di Paletta, autore del decisivo fallo da rigore: la sua solita partita da baluardo difensivo è stata vanificata dall’ingenuo contatto in area con Quagliarella. Il fallo c’è, e con esso l’ineccepibile penalty realizzato da Muriel.

Adesso l’aria è pesante. Se gli stop delle ultime settimane avevano avuto attenuanti più o meno credibili (avversari di pari caratura o superiore, mala sorte ed episodi arbitrali controversi), quello di oggi rappresenta un rumoroso campanello d’allarme: il Milan è ufficialmente in crisi. Non c’è più l’impenetrabilità difensiva della prima metà stagione, mancano gli acuti dei singoli più decisivi – infortunati o alle prese con offuscamenti di forma – e la sorte ha smesso di assistere Abate e compagni: un mix di fattori che ha messo alla berlina tutti i limiti strutturali della rosa di Montella ridimensionandola agli obiettivi che le competono, dopo i velleitari sogni Champions figli di un sorprendente (e fortunoso) inizio di stagione. L’obiettivo Europa League è l’unico alla portata di questo Milan, e è ora appeso a un filo: perdere il recupero di Bologna o lo scontro diretto con la Lazio potrebbe rappresentare un colpo mortale per le ambizioni europee. Serve una svolta, magari con un’intuizione o un cambio tattico del mister, o si rischierà l’ipoteca sul quarto fallimento stagionale consecutivo.

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