Quando Bacca segnava veniva esaltato per il cinismo: tanti gol con pochi tiri in porta. Ora che calcia e segna poco, allora, è un attaccante da ritrovare. Montella vorrebbe farlo in fretta, magari già oggi con la Samp perché al Milan decimato dagli infortuni non resta che aggrapparsi al proprio potenziale cannoniere.
L’allenatore ne elogia spesso le caratteristiche, comunque particolari, ma al tempo stesso gli chiede uno sforzo in più nel suo gioco. Carlos è la migliore immagine del Diavolo, scrive La Gazzetta dello Sport: partenza sprint (sei reti nelle prime sette giornate), poi un brusco rallentamento. Le punte si misurano quasi solo sui gol ma sul colombiano pesa anche un altro aspetto: se non ne realizza risulta poco d’aiuto alla squadra e alla manovra. Dai momenti difficili ha già dimostrato di sapersi riprendere: allo Stadium in Coppa, per esempio, ha bucato la Juve alla prima palla buona e in un secondo. Deve mettersi più al servizio del gruppo ma pure il gruppo è chiamato a dargli maggiore importanza. In Serie A ha fatto 8 gol con 30 conclusioni, di cui 18 nello specchio: vuol dire un gol ogni 70’, considerati i 1256’ in campo. Simbolo di grande efficacia, però dall’unico vero finalizzatore rossonero ci si aspetta sempre un po’ di più in fase offensiva.
Dalla Lazio in poi ha mirato il centro solo una volta su azione, con il Cagliari ovvero nella vittoria più recente in campionato e in occasione della scossa personale del giocatore dopo mesi bui e qualche voce di mercato. I suoi sigilli fanno vincere, lo dicono i numeri ed è successo in cinque casi su sei. Uno con la Samp all’andata, quando entrò nella ripresa dalla panchina e tolse le castagne dal fuoco (1-0). Leggerlo nel tabellino finale della gara di San Siro delle 12.30, quindi, sarebbe sinonimo di punti. Probabilmente 3, medicina per l’Europa.