Daniele Castagna è nello staff di SpazioMilan.it da aprile 2016, coordinatore di redazione ed inviato. Quotidianamente vicino alla squadra, presenza fissa a Milanello e Casa Milan. È ospite di Top Calcio 24, Calcissimo TV e Milan TV.
Una battuta passata sotto silenzio. Una frecciatina, nel giorno della possibile visita di Berlusconi, contro un diktat immanente nelle stanze di Milanello. La capacità velata di far crollare dietro un sorriso un’imposizione vecchia di 20 anni. In conferenza stampa, Vincenzo Montella dimostra tutte le proprie doti “da scugnizzo”, nascondendo dietro ad una risata una verità sempre scomoda da ammettere apertamente. Da queste umili colonne, noi ci schieriamo al fianco del tecnico, condividendo il suo pensiero: questo Milan gioca a tre in difesa a partita in corso. L’emergenza che costringerà il Diavolo a scendere in campo incerottato, altro non farà che accelerare la metamorfosi della retroguardia davanti a Donnarumma.
Ma non siamo noi a dirlo, è lo stesso Montella ad ammetterlo: “Al Milan è bandita (ride)… Non credo nei moduli, che non sono statici. Credo nelle caratteristiche dei giocatori, che ti fanno fare la differenza. Ma già nella prima parte della stagione è già successo che in campo giocassimo con la difesa tre, non sarebbe proprio una novità”. In una fragilissima cristalleria, il mister di Pomigliano d’Arco sposta l’elefante della retroguardia a 3 con un’eleganza abbacinante, senza neanche sfiorare un cristallo. Dimostrandosi un maestro comunicativo, il mister apre il suo Milan ad un mondo inesplorato, un pianeta capace di regalare certezze e risultati a grandi squadre in giro per tutti i campionati. Ma attenzione, i rossoneri di Montella mai scenderanno in campo apertamente a 3, come fanno Juventus e Chelsea per intenderci, ma sapranno sempre mascherare le proprie intenzioni con una scritturata linea a 4, pronta ad essere vorticosamente modificata a partita in corso. Gli esempi, nel corso del girone d’andata, si sprecano, ma la sfida manifesto del pensiero montelliano è la trasferta di Verona, contro il Chievo: De Sciglio, in fase di attacco ed impostazione, teneva compagnia a Romagnoli e Paletta; Abate si staccava, aggiungendosi alla linea dei centrocampisti e, spesse volte, fornendo la sovrapposizione a Suso.
Ma da quel 16 ottobre, un’epidemia di terzini ha colpito Milanello, senza risparmiare nessuno, o quasi. Di quel particolare quartetto, ne rimangono a disposizione solamente due e mezzo, con quella percentuale del 50% da assegnare ad il capitano Ignazio Abate, non apparso al massimo della forma negli ultimi giorni di lavoro. Qualora dovesse dare forfait, la compagine meneghina si ritroverebbe con ben 4 protagonisti del ruolo indisponibili, contemporaneamente. Una sorte di ecatombe, alla quale Montella starebbe studiando una contromisura posizionando Kucka a destra e Romagnoli a sinistra, rispolverando Zapata al fianco di Paletta. In questo preciso frangente cadrebbe la maschera del Diavolo, perchè con tre centrali in campo ed una mezzala adattata, sarebbe alquanto palese lo sviluppo della manovra. Un trittico di difensori puri ad innalzare il muro davanti al diciassettenne di Castellammare, e con lo sloveno pronto a dar manforte in fase di ripiegamento, ma con il freno a mano tirato in fase offensiva. Ed attenzione al “mercato”, se così possiamo definire l’operazione Caceres imbastita al termine delle trattative. Il difensore ex Barcellona e Juventus è un profondo conoscitore del modus operandi del reparto a tre uomini. In attesa di una risposta che tarda ad arrivare, l’eventuale firma dell’uruguaiano potrebbe fornire un altro dettaglio alla vicenda. In un calcio moderno ed in continua evoluzione, rinnegare certi concetti per partito preso od imposizione è pura follia, perdendo il passo con l’evoluzione del gioco. Un vetusto modo di pensare football preso a calci dal sorriso di Montella. Diavolo smascherato, a partita in corso gioca con la difesa a 3. E non è blasfemia.