Che il Milan abbia bisogno di più soluzioni in attacco è cosa ormai nota. Là davanti le carte nel mazzo di Montella sono poche e spesso rivelatesi non all’altezza di ogni situazione: pure Carlos Bacca che coi suoi gol ha trascinato la passata stagione. E dalla panchina il solo Gianluca Lapadula, che, nonostante i gol, la grinta e le azioni chiave in certe partite ha mostrato a livello di gioco di non essersi ancora mescolato bene coi ritmi della Serie A.
I gol con Empoli, Palermo e Crotone gli salvano la faccia solo a un livello superficiale perché all’attaccante italo-peruviano manca ancora molto per scalare l’Olimpo dei grandi rossoneri. La grinta e la fame sono a mille e ciò viene apprezzato soprattutto dai tifosi, però ad un occhio attento a mancare sono quei tempi di gioco che il Milan targato Montella ha saputo accelerare rispetto agli anni passati: la fase di ambientamento alla categoria superiore è fisiologico e tutto sommato la sta affrontando alla grande con costanza e impegno. La scala tuttavia è ancora lunga da salire specie se si vuole giocare titolari. Lassù in cima c’è già Bacca, che non ha intenzione di scendere.
Gli episodi non sono neppure tutti dalla sua: il rigore più importante della carriera, quello a Doha, l’ha sbagliato. E il fatto stesso che Montella gli abbia preferito Bacca nella partita valida per la Supercoppa nonostante rientrasse dall’infortunio e non giocasse da qualche partita, la dice lunga su quanto siano chiare le gerarchie nell’attacco rossonero. Il dualismo con l’attaccante colombiano evidenzia dunque come Lapadula, pur venendo coniderato da ambiente e tifosi una risorsa preziosa, sia una seconda linea. Il momento per giocare titolare ci sarà ancora e, come dice lui, l’importante è non sbagliare atteggiamento.