Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, ha parlato della situazione rossonera ai microfoni di Telelombardia: “Sto bene, sono in attesa di partire per Doha. C’è stato sempre un bell’asse con la Juve, nella vita, nei rapporti interpersonali, ci sono sempre gli alti e i bassi, e ora siamo tornati agli alti. Cosa farò nel 2017? Non lo so. Vado avanti a fare l’amministratore delegato rossonero e, quando la proprietà del Milan non sarà più di Fininvest, me ne andrò e deciderò cosa fare. Il Monza? Mi è sempre rimasto nel cuore, non lo dimentico“.
Sulle decisioni in condivisione con i cinesi: “Quanto può andare avanti un club, con le decisioni da condividere con un’altra proprietà? E’ difficile fare coincidere le idee. Faremo un mercato a zero, bisogna vendere, prima di comprare, ma la situazione è complessa. Bisogna trovare un accordo con la società acquirente, poi con il giocatore e, infine, con i cinesi. Dopodiché, se arrivasse il sì dei cinesi, potrei comprare un giocatore, ma la trattativa sarebbe lunghissima. Lascio agli ascoltatori le conclusioni. Rimarremo fermi, a gennaio, andremo avanti, al 99%, con i giocatori che abbiamo. Tutti pensavamo ci fosse il closing entro il 13 dicembre, ma non drammatizziamo. Non c’è niente di male, è complesso, ma possiamo andare avanti così. Chi fa parte dei venditori, parla degli acquirenti. Credo che ogni azionista abbia diritto e dovere di nominare i propri amministratori. Io sono lì grazie a Berlusconi, a febbraio, saranno 31 anni. E’ giusto che i compratori scelgano gli amministratori. Ciascuno di noi viene scelto da qualcun altro: io sono stato scelto da Silvio Berlusconi, azionista di controllo“.
E ancora: “Se il mio più grande rimpianto sia il mancato arrivo di Tevez? Sì, è il mio più grande rimpianto. Credo che Tevez abbia fatto lo spartiacque tra Milan e Juve. La fortuna o la sfortuna del calcio è che non ci sono controprove. Ho un buon rapporto con Kia e Tevez, ma l’operazione non è andata in porto. A cosa mi attacco venerdì? Mi attacco al gioco. Il 9 aprile abbiamo giocato al loro livello, ricordo la parata di Buffon su Balotelli. Poi, giochiamo la finale di Coppa Italia, perdiamo di un nulla e giochiamo alla pari della Juventus. Il 22 ottobre battiamo la Juve, ma giocando alla pari. Quando dico che non ci hanno mai messo sotto, parlo del gioco, so anch’io che i risultati sono questi. Nel 2016, abbiamo perso due volte e vinto una volta, contro la Juve, ma, per me, sono tre pareggi, dal punto di vista del gioco. La mia speranza è giocare alla pari, come le ultime tre volte, e spero che finisca come è finita in autunno”.