Il giorno dopo è sempre il momento dei bilanci. C’è spazio per la gioia, se si è riusciti a vincere una partita importante, o per la delusione. A volte, invece, sono i rimpianti a fare la voce grossa nel post partita. Questo, ad esempio, è il caso di questo strano martedì 13 dicembre per tutti i rossoneri milanisti. Giocare una sfida così importante all’Olimpico contro la Roma ed uscire dal campo con i rimpianti, in realtà, è già di per sé un grosso passo in avanti rispetto al passato. Se si gioca un grande primo tempo, con personalità, voglia e determinazione e a tratti mettendo sotto un’avversaria molto più forte tecnicamente, poi, le recriminazioni non possono che aumentare. Il rimpianto più grande, ovviamente, resta quel rigore sbagliato da M’Baye Niang al 27′ che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro.
Fa ancora più rabbia, inoltre, considerare che per il franco senegalese si tratta del secondo rigore consecutivo sbagliato, dopo quello della domenica precedente contro il Crotone. In quell’occasione, però, il Milan riuscì comunque a conquistare i tre punti e a vincere il match. Ieri, invece, l’errore dal dischetto è stato pagato a caro prezzo con una sconfitta immeritata che brucia ancora. Nessuno vuole mandare al patibolo Niang, sia chiaro, anche se le prestazioni delle ultime settimane continuano ad essere estremamente insoddisfacenti, pensiamo soltanto che sia arrivato il momento di cambiare le gerarchie per quel che riguarda il rigorista numero uno del Milan. Bisogna però premettere che l’addetto a calciare dagli undici mesi è Carlos Bacca che continua a restare ai box per un infortunio muscolare.
Le gerarchie di Vincenzo Montella sono abbastanza chiare. Senza il bomber colombiano tocca a Niang calciare i rigori. Il momento opaco dell’esterno offensivo rossonero, però, poteva far ricadere la scelta del penalty nella serata dell’Olimpico verso qualcun altro. In realtà, senza Bacca, il Milan non ha dei rigoristi affermati. Suso e Bonaventura avrebbero la qualità per tirarli, ma non lo hanno mai fatto in vita loro in gara ufficiali, stesso discorso vale per Gianluca Lapadula che contro il Crotone si era impossessato della palla per incaricarsi dell’esecuzione dagli undici metri. Si potrebbe però storcere il naso sulla scelta di far tirare i calci di rigore a Niang che in carriera. con quello di ieri, ha sbagliato quattro dei sette penalty calciati e non era di certo il calciatore più tranquillo per prendersi la grossa responsabilità dell’Olimpico.