La seconda caparra da 100 milioni che i cinesi devono pagare a Fininvest arriverà lunedì ed è condizione necessaria per proseguire l’infinita cessione del Milan in vista del closing, prorogato al 3 marzo 2017. Un rinvio che ovviamente ha alimentato e forse convalidato i tanti dubbi attorno alla vicenda, comunque in corso in silenzio anche in queste ore; l’assemblea del 13 si terrà come da programmi, ma sarà solo un passaggio formale privo di importanza.
Di tempo da perdere non ce n’è mai stato, di tempo in più per firmare ufficialmente il passaggio di proprietà ce n’è sempre meno. Il consorzio guidato da Yonghong Li e Han Li si appresta a spedire nelle casse della holding di via Paleocapa la bellezza di 200 milioni, dopo i 100 in estate: ne rimarrebbero 320 per completare l’opera, come da accordi stabiliti nel preliminare d’intesa firmato il 5 agosto. Ma in questo senso, come ormai è arcinoto, non si hanno molte certezze perché dipende dalle famose (e agognate) autorizzazioni del governo cinese. E allora, spiega il Corriere della Sera, la cordata starebbe pensando a un piano B per chiudere rispettando le nuove scadenze e nonostante l’ok da Pechino.
Un piano di “prestito” dall’Europa, anche se il primo era stato scartato in quanto troppo costoso. Una via diversa attraverso il quale riprendere il denaro depositato (speriamo) nel fondo Sino-Europe Sports, un’alternativa forse obbligata per evitare assolutamente di rischiare di perdere i 200 milioni versati, considerato che Silvio Berlusconi difficilmente accetterà un altro slittamento. Sulla lista degli investitori, infine, i nomi sono stati resi a Fininvest ma potrebbero comunque variare fino alla fine.