Fedele, fedelissimo di Berlusconi, il tifoso rossonero Massimo Boldi non crede ancora al tramonto di un’era. E, anzi, alla vigilia del derby di questa sera rilancia, ai microfoni di Gazzetta dello Sport Milano & Lombardia, come solo lui sa fare: «Di sicuro non sarà l’ultimo derby per Silvio. Perché? Perché ho questa sensazione e nessuno me la toglierà dalla testa».
Boldi, come vede da tifoso il futuro del suo Milan?
«Diciamo che credo ai cinesi e non potrebbe essere altrimenti, ma sono altrettanto convinto che Berlusconi si terrà un pezzettino di Milan, giusto quello che gli permetterà un giorno di tornare in scena. Magari dopo due, tre anni in cui avrà tempo e modo di chiudere altri importanti capitoli della sua vita».
Quindi «i cinesi esistono».
«Mettiamola così: Inter e Milan in mano alle nuove proprietà orientali è quasi un passaggio obbligato. Non scopro niente se dico che i soldi, oggi, stanno da un’altra parte e in Italia le società arrancano. Eppure…».
Eppure?
«Sono convinto che il calcio italiano stia vivendo un passaggio momentaneo. Presto si tornerà in mani italiane: è un po’ come il sushi, ormai diventato una vera e propria moda nella ristorazione. Anche in questo caso sono convinto che prima o poi daremo un calcio nel sedere al pesce crudo e torneremo tutti ad apprezzare maggiormente il risotto con la polenta».
Il ricordo di un derby al quale è particolarmente affezionato?
«Sono immagini legate a quando ero davvero piccolino: andavo con mio nonno a vedere il Milan e in quel tempo, più o meno a metà degli anni Cinquanta, ci toglievamo sempre delle belle soddisfazioni. Stavamo aprendo un ciclo che, in meno di un decennio, ci avrebbe portato sul tetto d’Europa (nel 1963, ndr)».
Questa sera è un altro film…
«La speranza è sempre quella, chiaramente che vinca il Milan. E anche la vigilia è sempre la stessa: ci si avvicina coltivando ora dopo ora la convinzione che possiamo farcela. Anche perché quest’Inter, non dimentichiamolo, ha otto punti in meno e non credo sia proprio un caso».
Cosa pensa di Montella?
«Ne apprezzo il carattere e la capacità di aver convinto la squadra a farsi seguire, non era facile dopo stagioni in cui gli allenatori si sono susseguiti praticamente senza sosta. Ora i risultati sono lì a testimoniare la bontà del lavoro di Vincenzo. Non gli resta che continuare su questa strada per togliersi tante altre soddisfazioni».
Quindi l’attuale posizione in classifica è meritata?
«Ho sempre detto che il Milan si sarebbe risollevato e non mi stupisce per nulla vederci così in alto: dopo aver toccato il fondo avevamo il dovere di risalire. Oggi ci godiamo un terzo posto magari al di sopra delle possibilità, ma assolutamente meritato perché è figlio di un gruppo umile e determinato».