Sarà il pesto genovese o forse il profumo del mare e l’atmosfera magica dei ‘carrugi’ del centro. Leonardo Pavoletti ha trovato il suo habitat naturale sotto la Lanterna. E il terzo gol siglato contro il Milan, dopo essere subentrato dalla panchina, a sancire il 3-0 definitivo ne è una chiara dimostrazione. Dopo tanto girovagare da Nord a Sud per ‘farsi le ossa’, ecco la conquista della Serie A con la maglia del Sassuolo nel 2012. Poi in prestito al Varese e il ritorno in Emilia che gli consente di esordire nella massima serie anche se ha poco spazio. Nel gennaio 2015 passa al Genoa dove mette a segno 23 gol in 42 presenze. Un vero bomber di razza, decisivo anche subentrando dalla panchina, che ha fatto stropicciare gli occhi a mezza Serie A fin dall’estate scorsa. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha rivelato qualche segreto.
Pavoletti, le sue statistiche sono impressionanti. Sempre decisivo nonostante stia rientrando da un infortunio: nel derby lei è stato in campo 16 minuti giocando 7 palloni e creando 3 occasioni da gol. Col Milan in 23 minuti ha giocato 13 palloni, con 3 occasioni da rete e un gol realizzato.
«Questi numeri sorprendono anche me. Credo che dipenda dal fatto di essere subentrato in partite importanti. Hai voglia di incidere in poco tempo, non ti perdi in giocate rischiose».
Così come in estate, è sempre protagonista del mercato. Le voci parlano di un interesse di Napoli e Milan…
«Quelle voci le sento eccome ma ho scelto di rimanere a Genova in estate nonostante avessi grosse opportunità. Sono stato convinto dal progetto della società rinunciando a grosse cifre. Non critico chi ha preso il primo treno temendo che non ce ne fossero altri. Io per fortuna ho sempre preso quello giusto. In futuro non so cosa accadrà ma ora penso a far felici i tifosi del Genoa».