Quest’estate è stato uno degli acquisti più cari, è arrivato al Milan tra lo scetticismo generale e con l’etichetta dell’eterno incompiuto. Ai tifosi non piaceva la sua carta d’identità, il suo fallimento nelle piazze più importanti in cui ha giocato e le caratteristiche tecniche. L’avventura di José Ernesto Sosa al Milan, insomma, non è di certo cominciata sotto una buona stella. L’esordio a Napoli, proprio contro la sua ex squadra, è servito giusto per fargli riassaporare il nostro campionato, ma in dieci minuti era impossibile dare un primo giudizio alla sua prestazione. Dopo la prima sosta stagionale è arrivato il suo esordio dal 1′ in casa contro l’Udinese. Una traversa nel primo tempo, colpita in seguito ad un bel tiro scagliato da fuori area, avrebbe potuto indirizzare la sua stagione sulla diritta via, ma quello è rimasto l’unico squillo, fin qui, con la sua nuova maglia.
Al di là del legno, comunque, la sua prestazione nella sfortunata partita contro i bianconeri allora allenati da Iachini, fu incoraggiante e lasciava intravedere segnali positivi. Nel match successivo di Marassi contro la Sampdoria, Sosa parte ancora nella formazione titolare, ma non riesce a replicare la buona prova fornita nella gara precedente e viene sostituito da Locatelli al 57′. Un cambio significativo che descrive la situazione attuale. Da quel cambio, infatti, l’argentino non ha più messo piede in campo prima dell’infortunio di Riccardo Montolivo. Alla vigilia della gara di domenica scorsa contro il Chievo si è scatenato il ballottaggio tra lui e proprio il giovane Locatelli, su chi avrebbe dovuto sostituire il Capitano rossonero. Alla fine Montella ha scelto il 18enne e per Sosa c’è stato spazio solo a partita in corso (è entrato al 70′ al posto di Lapadula).
I circa 20′ in cui è stato impiegato non sono stati dei migliori, costellati da pochissimi spunti e qualche palla persa. Fino a gennaio continuerà il ballottaggio con Locatelli per il posto davanti alla difesa, ma ci vuole un Sosa diverso. Lui per caratteristiche non è un regista ed è arrivato per giocare da mezzala, ma in rosa è l’unico che potrebbe far rifiatare Locatelli davanti alla difesa. Una forzatura, certo, che diventa ancor più tale se il 31enne argentino non alza l’asticella delle sue prestazioni. Al momento, i minuti in cui è stato impiegato, sono troppi pochi per poter avere un’idea complessiva del “Principito”, ma ci vuole davvero ben altro per far ricredere gli scettici e per non fallire anche l’ultima vera occasione della sua carriera che lo ha già visto fallire nel Bayern Monaco, nel Napoli e nell’Atletico Madrid, in tutti i top club in cui ha militato.