Qualcuno porti un rilevatore di velocità e confronti i due sprint. Corsa numero 1: Locatelli dopo il gol. Corsa numero 2: Montella al 45′. Milan-Sassuolo è stata una partita di colpi di scena, falli in area, polemiche ma alla fine l’unico espulso è stato il più elegante: l’allenatore del Milan in giacca e cravatta. Quando ha visto che Guida aveva fischiato la fine del primo tempo, senza dare recupero con il Milan lanciato in contropiede, l’eleganza è un po’ venuta meno. Esordisce così La Gazzetta dello Sport nell’analisi del tormentato post partita della sfida di San Siro.
Montella ha seguito la ripresa dietro ad un vetro, avendo tempo per ripensare e riformulare le scelte prese, contestate dai tifosi. La prima sorpresa è stata Luiz Adriano, preferito a Niang, decisione che “probabilmente”, scrive Gazzetta, non rifarebbe. Non molto più felici le altre due: Gomez al posto del contuso Romagnoli ed Abate per Calabria. Fortunatamente per il mister, lo splendore del calcio è che tutto può cambiare con una scintilla, in questo caso due: gli ingressi di Niang e Locatelli.
Il Milan dei due ragazzi ha rimontato, pur non esprimendo un gioco eccezionale. Ed è proprio qua che si conferma il particolare momento del Diavlo: gestito da un tecnico che ha costruito la fama sul possesso, la sua compagine fa di tutt’altre caratteristiche le proprie armi principali. Con saggezza, il mister campano ha puntato tutto sulla solidità, ma contro il Sassuolo andava fatto di più, immaginando anche come i neroverdi potessero rovinare questo equilibrio trovato nelle ultime tre giornate. Ecco dunque l’integrazione del carattere e degli attributi, pedine vincenti nel rocambolesco 4-3 finale. Classifica e risultati confermano una tesi, per stessa ammissione di Montella: in questo momento, poche squadre migliori del Milan.