Il Milan che ieri sera ha portato via da Firenze un preziosissimo punto che muove ancora la classifica e allunga a tre il numero di partite consecutive senza subire gol, ha lottato, è stato un po’ fortunato nel primo tempo ed ha messo in campo tutte le peculiarità ed i pregi che ha in questo momento. Niente di trascendentale, sia chiaro, ma un altro segnale di quanto possa essere giusta la strada intrapresa dagli uomini di Montella dopo la prova di carattere del Franchi. Pochi rossoneri possono essere considerati al di sotto della sufficienza in quanto a prestazione. Uno di questi è sicuramente lo spagnolo Suso che ormai è un punto fermo nello scacchiere tattico del tecnico rossonero ed il posto fisso nell’undici titolare.
Titolarità che nelle prime due giornate, l’esterno offensivo iberico, aveva mostrato di meritare ampiamente. Dopo la sosta, però, qualcosa si è spenta. Uno dei migliore nella debaclé interna contro l’Udinese, ottimi sprazzi contro la Sampdoria ed uno dei meno positivi contro la Lazio. Ieri sera, inoltre, il suo rendimento è ulteriormente sceso e ha fatto registrare la peggiora prova di Suso con la maglia del Milan in questa sua ultima esperienza rossonera. Mai incisivo, mai continuo nell’azione davanti, mai pungente, ha sbagliato anche qualche pallone di troppo ed ha avuto difficoltà costanti a liberarsi dell’uomo. Il tour de force dell’ultima settimana, con tre partite in poco più di una settimana, forse lo ha un po’ logorato fisicamente ed il giocatore è semplicemente stanco e dovrebbe rifiatare un po’.
Nessuna condanna, nessuna critica, nessuna richiesta velata di cambiamento in quel ruolo, sia chiaro. C’è solo la consapevolezza che Suso sia un po’ stanco e non riesce ad essere brillante come nelle prime due gare di campionato. Lo spagnolo serve tantissimo a Montella e ai suoi schemi perché è una delle armi letali che possono rendere questo 4-3-3 imprevedibile, alzandone il tasso tecnico. I suoi cambi di passo, i suoi tiri di sinistro dalla distanza, il suo dialogo con Bacca e Niang possono essere l’arma in più per vincere partite contro squadre più chiuse che non vogliono sbilanciarsi, ma ors c’è bisogno di rifiatare per tornare ad essere decisivi, pericolosi e letali.