Calendario alla mano, il tempo stringe. Sembra quasi strano da affermare, dopo una rincorsa iniziata anni fa, ma il closing è davvero dietro l’angolo. Che sia l’inizio di Novembre o la metà dello stesso mese, si chiude e sarà fatto tra poco. 30 giorni, qualcosa più qualcosa in meno, ma con un mondo ancora da sistemare. Fassone, questo è il tuo momento, spetta a te disegnare una governance vincente, improntata al futuro e con voglia di ricostruire una società gloriosa.
Ancora non si possono emettere sentenze sulla bontà del lavoro dell’ad in pectore, tantomeno giudizi sulle scelte che verrano fatte. Semplicemente perché, ad oggi, tutto appare nebuloso come il discorso bandiere. Chiacchierato, spifferato, sbattuto in prima pagina e trattato in ogni modo, quando si posa il polverone, nulla è ancora chiaro. Nomi se ne sono fatti senza ritegno, l’unica verità è che ancora nessuno ha avuto un contatto ufficiale, anche se qualcuno già si è chiamato assolutamente fuori. La settimana che verrà sarà cruciale per due ambiti: alla ricerca di conferme sul piano sportivo contro la Lazio prima e la Fiorentina poi; alla ricerca di uomini che formeranno il nuovo Diavolo dal lifting asiatico.
Scelto il ds, con l’oculatezza e la lungimiranza di Mirabelli, tocca riempire con i volti giusti un organigramma alla caccia di una nuova identità. Chi meglio di un’ex rossonero può ricoprire un ruolo di livello, capace di avvicinare un titubante tifo rossonero ai nuovi padroni di Casa Milan. Sino Europe, nella giornata di ieri, ha ribadito nuovamente come l’affare si farà, in questo preciso lasso di tempo andranno trovate le tessere di un complicato puzzle cinese. Partendo dal discorso bandiera, prioritario ma non essenziale, di difficile decifrazione ma dal risultato che non può essere sbagliato. Da qualsivoglia punto la si guardi, la nuova compagine meneghina deve avviare le operazione sopracitate, è tempo di agire, è il tempo di Fassone e delle bandiere rossonere.