La difesa è già in crisi per i 6 gol presi in 180′ di campionato e la mediana resta incompleta – manca un regista – e piena di incognite, ma il Milan può consolarsi e vantare di avere un attacco molto forte. Nei numeri e nella qualità, secondo a quasi nessuno. Il reparto, in estate, ha subito scossoni a ripetizione e grazie a Montella, allenatore amante da sempre del possesso palla e delle azioni offensive, è pronto a esaltarsi; anche per cercare di coprire le falle dietro della squadra.
Nella scorsa stagione i rossoneri hanno complessivamente raccolto 63 gol, alle spalle solo alla Juve. Un dato importante e migliorabile, se si considera la (preziosissima) permanenza di Bacca. Quelli appena passati sono stati mesi complicati per lui: dalla cessione certa alla conferma a sorpresa, dallaa preferenza di Vincenzo – sembrava preferire una punta di riferimento diversa – alla tripletta con il Torino a San Siro all’esordio. Carlos è un vero e proprio bomber nell’area di rigore: un anno fa segnò 18 reti in Serie A (capocannoniere), in condizioni estreme, adesso sembra ripartito col piede giusto e favorito da una manovra nuova e coinvolgente potrà ancora superarsi. È arrivato Lapadula, 30 sigilli nella Serie B 2015-2016, da inquadrare dopo il grande salto però sicuramente in grado di dare una grossa mano. Niang e Suso – ottime le premesse fin qui – non hanno mai fatto parlare di loro per la verve realizzativa: in questo senso dovranno provare a esplodere e crescere in costanza e personalità, rimanendo le ali più interessanti dell’Aeroplanino.
Non va dimenticato Luiz Adriano, ricorda Tuttosport, alternativa spesso sottovalutata nonostante esperienza e colpi. L’attacco del Diavolo è la maschera ai problemi, la medicina ai mille dolori di un gruppo poco competitivo, il jolly per chiudere le partite, la mossa vincente. O almeno lo spera Montella, al quale non dispiace la filosofia del “farne uno in più dell’avversario”. Forse perché obbligato.