In una rivisitazione tutta rossonera della novella del 1922, firmata Francis Scott Fitzgerald, potremmo anche cambiare il titolo da “Lo strano caso di Benjamin Button” ad un più recente “Lo strano caso di José Sosa”. Già, poiché l’acquisto del centrocampista argentino non convince, stabilendo una sorta di poco invidiabile record: nessuno come lui aveva unito tifosi, mass media e addetti ai lavori sotto un’unica opinione.
Per l’ex Besiktas c’è contestazione da più parti, ma che colpe può avere il Principito? È motivo di critica accettare un miglioramento di carriera, e di vita, sotto ogni punto di vista? Chi direbbe no ad un’offerta maggiorata sul proprio posto di lavoro? Chi, trovandosi in simile situazione, rimarrebbe in un paese dilaniato da tali spaccature interne? Rispondete sinceramente al breve questionario sottopostovi e capirete il perché José non meriti, almeno sul piano personale, di essere obiettivo di imprecazioni e vomitevoli ingiurie. Le osservazioni, dunque, andranno rivolte ad altri soggetti, spostando l’eventuale mirino su altri nominativi. Solo e soltanto nel caso in cui, anche sul campo, José non dovesse dimostrarsi all’altezza, saranno giustificate le critiche dei tifosi. Ora no, o quanto meno, non dirette a lui.
Ma tornando alla similitudine iniziale, quella con il capolavoro dello scrittore statunitense, è indubbiamente curioso notare come, all’età di 31 anni, il nativo di Carcaraña sia stato pagato come mai prima, o quasi. Ma andiamo con ordine. I rossoneri lo prelevano dai bianconeri di Istanbul per 7.5 milioni di euro, secondo trasferimento più pagato nella carriera del centrocampista albiceleste. Andando a ritroso nel tempo, in una specie di flashback continuativo, i turchi lo acquistarono, a loro volta, dal Metalist Kharkiv tramite un’operazione di prestito oneroso con riscatto, 1.4 milioni più 2 per il riscatto, per 3.4 milioni di euro. Prima di passare in penisola anatolica, però, Sosa provò un’esperienza, sempre in prestito oneroso da 1.5 milioni, all’Atletico Madrid di Simeone, senza meritare il riscatto conclusivo. Proseguendo il racconto al contrario, arrivò in Ucraina in fuga da Napoli, per circa 2.2 milioni, senza mai raccogliere gioie significative all’ombra del Vesuvio. Male con i partenopei? Pensare che scelse il club azzurro appositamente per rilanciarsi dopo il flop con il Bayern Monaco, costando a De Laurentis circa 3 milioni di euro nell’agosto del 2010. In Baviera, ad essere onesti, arrivò con i migliori auspici, stella brillante del panorama sudamericano e campione olimpico, Pechino 2008, con la Seleccion dei fenomeni, giocando tutte le partite del torneo. I 26 volte campioni di Germania spesero ben 9 milioni di euro per accaparrarsi il talento dall’Estudiantes. Ora, terminato il ciclo, capirete voi stessi quanto sia bizzarra la traiettoria del Principito, nonostante Adriano Galliani, nelle ultime ore, abbia voluto precisare come certe fonti e determinate cifre dei trasferimenti passati siano poco affidabili o inattendibili.