Mi-Tomorrow: Milan, ombre cinesi

Sembrava strano che la cessione del Milan potesse essere decisa grazie a uno scatto, dopo una lenta partenza, frenate e rinvii. E infatti il preliminare per il passaggio della maggioranza rossonera nelle mani dei cinesi non verrà firmato prima del 15 luglio. L’ennesima nuova scadenza sarebbe stata fissata per il 19, quando promettevano essere il 14 o persino già domani. Macché. Traguardo vicino di una corsa a ostacoli e senza avversari (tagliati fuori dall’esclusiva): però è ancora presto per cantar vittoria. Non tanto perché esistano misteri sulla chiusura dell’affare, passato da probabile al parere ormai scontato, quanto perché sarà tutto da verificare il piano miliardario di Pechino per far risplendere il club di Berlusconi. Proprio lui, nonostante la motivata espressione sofferta uscendo dal San Raffaele, ha sorprendentemente ammesso di aver accettato quello che gli era stato proposto. Quindi il problema al cuore avrà allungato i tempi, ma onestamente anche facilitato la sua testa a superare le residue riserve.

AFFARE DI… CUORE? • Le basi dell’offerta appaiono delineate: Fininvest riceverà un assegno sui 750 milioni, o meglio 424 più 220 di debiti, per vendere l’80% delle quote; il 100%, invece, nel giro di 24-36 mesi. Tradotto: Silvio, con un solo sì, recupererebbe quasi la metà del totale speso in 30 anni (865 milioni, al netto delle rivalutazioni della moneta). I compratori avrebbero promesso di mettere subito a disposizione almeno 100 milioni per questo mercato, in generale 400 da qui al 2019: una pioggia di soldi in grado di rilanciare seriamente la squadra a livelli top. All’ex Cavaliere la scelta se restare o meno presidente onorario a vita, a Galliani il pieno potere fino al closing di settembre e a Barbara… non si sa. La posizione dell’AD rappresenterà uno dei problemi più ingarbugliati da risolvere. Non va esclusa una permanenza nella prossima stagione, certamente non nello stesso ruolo di sempre visto che presto lascerà libero il posto a Nicholas Gancikoff: 42 anni, studi a Oxford e master alla Columbia University, specialista in costruzione e gestione di stadi presso la Sports Investment Group e soprattutto futuro AD. Intanto, insieme, stanno organizzando la campagna acquisti-cessioni rispettando una semplice regola: per ogni operazione serve l’avallo di ognuno, altrimenti si cambia obiettivo. Trattasi dell’uomo di fiducia di Sal Galatioto, silenzioso protagonista della rivoluzione in arrivo, tornato in Italia per la seconda volta per definire i dettagli. È il capo dei cinesi, dunque di chi?

GalatiotoI NOMI •
Rimane una grave mancanza la completa imprecisione sui profili dei potenziali investitori (accusati pure da Mr. Bee, che è tornato a farsi sotto pur, forse, fuori tempo massimo), grande difetto di una trattativa indirizzata verso quello che sognano la maggior parte dei tifosi. Dovrebbero nascondersi dietro a Robin Li, i fondatori del gruppo Evergrande, il colosso statale dei liquori Kweichow Moutai, un immobiliarista e un operatore del mondo dei beni, comunque, gli attori principali. Li sapremo «soon», stando all’advisor della cordata orientale, quando magari alcuni di loro arriveranno a Milano. Staremo a vedere, davvero.

(Fonte: Mi-Tomorrow)

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