Se la cessione del Milan alla cordata cinese rappresentata da Sal Galatioto e Gancikoff dovesse concretizzarsi alle cifre circolate in questi giorni, ovvero 750 milioni compresi i 220 milioni di debiti finanziari (i debiti erano 188,5 milioni al 31 dicembre 2015), l’impatto sul bilancio 2016 della Fininvest sarà importante in termini di cassa, rimpinguando la liquidità custodita dalla holding della famiglia Berlusconi e consentendo all’ex Cavaliere di rientrare, almeno in parte, rispetto quanto speso in questi 30 anni per il club rossonero.
Secondo le rilevazioni effettuate da CF Calcio e Finanza sui bilanci del Milan dal 1986 al 2015, la Fininvest ha versato nelle casse del club una cifra complessiva di 865,47 milioni di euro, di cui circa 270 milioni negli ultimi 3 esercizi.
Non è invece ancora chiaro quale sarà la quota di capitale del club che la cordata cinese rileverà dalla Fininvest. Inizialmente si era parlato di un 70%, ma sembrerebbe che alla fine la partecipazione che i cinesi acquisteranno nella prima fase (la firma del preliminare di vendita è prevista per martedì 12 luglio) sarà dell’80%. Dunque, al momento del closing, che dovrebbe avvenire nell’arco di 3 mesi dalla firma del preliminare, nelle casse della Fininvest dovrebbero entrare 424 milioni di euro (750 milioni meno i 220 milioni di debiti = 530 milioni * 80% = 424 milioni). Praticamente la metà degli 865 milioni spesi da Berlusconi per il Milan nei suoi 30 anni di presidenza.
Da un punto di vista contabile l’operazione non dovrebbe tradursi in una plusvalenza sul bilancio civilistico della Fininvest del 2016. Il 100% del Milan era infatti iscritto nel bilancio 2014 della holding (il 2015, approvato, non è ancora disponibile) a 425,42 milioni e considerato che ogni anno la holding rivaluta tale partecipazione in base ai versamenti come capitale effettuati nell’esercizio è possibile che il valore di bilancio del 100% del Milan possa essere superiore a quanto messo sul piatto dai cinesi (o in linea se gli amministratori decidessero di usare quello come valore).
Ma al di là delle questioni contabili ciò che più preme ai vertici della holding è l’aumento delle disponibilità di cassa, che va ad aggiungersi al venire meno della necessità di sostenere finanziariamente il Milan negli anni a venire. Al 31 dicembre 2015 Fininvest aveva una posizione finanziaria netta positiva di 330 milioni. Grazie ai 424 milioni che arriveranno dalla Cina la holding presieduta da Marina Berlusconi e guidata dal nuovo amministratore delegato, Danilo Pellegrino, vedrà pertanto crescere le proprie disponibilità liquide fino a 724 milioni. Lo riporta calcioefinanza.it.