“Siamo stati abituati al caviale e allo champagne, ora si possono anche sopportare dei momenti non all’altezza della nostra storia”. Tra le tante parole pronunciate dal Presidente Silvio Berlusconi durante il suo video messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, ho voluto estrapolare queste per cercare di analizzare, in parte, il suo intervento. Ci sarebbe da soffermarsi su tanto altro, ma non mi basterebbe un editoriale di tre o quattro paragrafi per commentare il tutto. La realtà dei fatti è molto diversa purtroppo da quella che racconta il nostro Presidente e parla di una squadra che ormai da tre anni fallisce tutti gli obiettivi, brancola nel buio e non ha una benché minima programmazione, né tanto meno delle idee ben chiare per il futuro.
Anche il futuro societario resta in bilico tra fantomatici acquirenti e cordate interessate, ma poi troppo presto scartate o non prese in considerazione. Il tifoso rossonero in tutto questo continua a sentirsi preso in giro ed ormai ha perso voglia e pazienza per continuare a credere a parole e promesse. Nulla ormai è chiaro. Si cambiano gli allenatori, si cambiano i giocatori, ma la situazione resta sempre la stessa, senza idee, senza chiarezza. Si dice che si vuole puntare sui giovani e sugli italiani e poi si fa pressione per schierare i Boateng, i Menez, o i Balotelli. Si dice di volere una squadra che faccia “giuoco” e poi non si investe a dovere sui centrocampisti e si continua a dare le chiavi del centrocampo a Montolivo. Si dice di voler puntare su un progetto e poi si cambia allenatore come una donna fa i cambi di stagione nel suo armadio.
La società è in mano ad un Presidente e ad un dirigente che decide tutto, senza un direttore sportivo, senza un responsabile dell’area tecnica, senza un vero e proprio uomo mercato. Le bandiere del Milan che fu sono state accantonate tutte e sono state messe da parte e non si intravede alcun dialogo tra la società e chi l’ha fatta diventare grande. Intanto montano le proteste dei tifosi, dei gruppi organizzati, virtualmente e non, della curva. Il Milan diventa sempre più piccolo, viene ridicolizzato da Carpi, Verona e Frosinone e si ah anche il coraggio di dire che la squadra è stata sfortunata dopo aver raccolto due punti in queste tre occasioni. Il punto di non ritorno è arrivato, la parabola discendente ha toccato il baratro. Ora, basta. Il Milan ha bisogno di ripartire, in mano a qualcun’altro, con gente nuova, sotto un’altra veste.
Passando ad un aspetto più prettamente tecnico, anche se al momento sembra assurdo parlarne, Berlusconi ha anche parlato del Milan più brutto della sua gestione con Mihajlovic e di una squadra che nelle ultime gare ha fatto intravedere qualcosa di buono. Qui siamo davvero al paradosso. Mister Brocchi in quattro partite ha perso il sesto posto e quindi, ad oggi, l’Europa League, ma è contento di avere fatto venti tiri al Frosinone. Brocchi, filo-presidente in modo un po’ esagerato, con quel trequartista che destabilizza ulteriormente una squadra già inadeguata tatticamente e tecnicamente e con il rilancio fuori luogo dei vari De Sciglio, Balotelli e Boateng, punterà tutte le sue fiches sulla finale di Coppa Italia. L’auspicio, remoto ma non si sa mai, è che il Milan alzi al cielo il trofeo e che poi si riparta da un progetto tecnico serio con Brocchi che faccia il suo percorso di crescita altrove, come è giusto che sia.